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Diritto della donna al trasferimento degli embrioni crioconservati e obbligo dell’uomo all’assunzione degli obblighi genitoriali anche dopo la separazione dei coniugi
Gli embrioni creati e crioconservati da una coppia coniugata (o convivente) per essere impiegati in un trattamento di PMA, potranno essere utilizzati dalla donna contro la volontà del partner anche dopo la intervenuta pronuncia di separazione personale della coppia da parte del Giudice? La risposta l’ha fornita il Tribunale di SM Capua a Vetere il quale per la prima volta in Italia decide su questo tema estremamente complesso e di significativo impatto anche dal punto di vista sociale considerato il numero crescente di separazioni (circa 4 coppie su 10 si separano entro i primi 5 anni) e di coloro che chiedono di accedere alla PMA (oltre il 20 % delle coppie presenta problemi di infertilità). L’ordinanza favorevole alla richiesta della donna adottata dal Tribunale monocratico è stata poi reclamata e confermata dal Tribunale in composizione collegiale. Si tratta di due pronunce destinate a far molto rumore perché riconoscono il diritto assoluto della donna di utilizzare gli embrioni creati con il coniuge e poi congelati anche dopo la pronuncia della separazione personale e nonostante la contrarietà dell’ex marito! Ma quale è l’impianto della decisione? In applicazione dell’art 6 c 3 L 40/04 “Il consenso alla PMA può essere revocato fino alla fecondazione dell’ovocita” nessuno dei due partner può revocare il consenso all’impianto dell’embrione dopo tale momento. L’assolutezza della previsione era stata limitata per effetto della pronuncia della Corte Costituzionale 151/09 che aveva riconosciuto la possibilità di non procedere al trasferimento quando questo fosse stato contrario all’interesse alla salute della donna. Fuori da tale ipotesi, come ha ribadito con la decisione odierna il Tribunale di SMC Vetere il consenso non può essere revocato neppure dopo la fine del rapporto di coppia e la pronuncia della separazione personale . Dunque difronte alla richiesta della donna di procedere al transfer della blastocisti nel frattempo crioconservate, l’ormai ex marito non ha alcuna possibilità di revocare il consenso precedentemente prestato e dunque non puo giuridicamente impedire alla ‘ormai ex’ di procedere al tentativo di gravidanza. L’ uomo sarebbe pertanto costretto ad assumere la paternità giuridica, con tutti i relativi obblighi economici e morali, verso un figlio concepito in costanza di matrimonio ma che eventualmente nascerà dopo anni dallo scioglimento dello stesso. Due gli assunti sui quali si fonda la decisione del giudice: da un lato la tutela dell’embrione crioconservato e del suo interesse alla vita e allo sviluppo (quindi ad essere trasferito in un corpo di donna ) ovvero ad essere avviato alla nascita avendo come unica alternativa di rimanere congelato a tempo indefinito. Dall’altro, il principio di autoresponsabilità e legittimo affidamento che si esprime nel consenso dato (da entrambi i membri della coppia) con la produzione della blastocisti, che non ammette ripensamenti successivi o revoche. La circostanza che il rapporto familiare e coniugale, che costituisce la giustificazione del progetto genitoriale che la coppia voleva realizzare, sia venuto meno (con la pronuncia di separazione nel frattempo intervenuta) risulta dunque irrilevante. La donna potrà comunque procedere al tentativo di gravidanza. In caso di nascita del figlio l’ex marito sarà riconosciuto come il padre legittimo del nato e conseguentemente tenuto ad ogni obbligo di istruzione, educazione e mantenimento verso di esso. Insomma il consenso espresso dai partner alla procreazione assistita non costituisce mero consenso all’esecuzione di un trattamento sanitario configurandosi come vera e propria manifestazione di volontà costitutiva di uno status genitoriale, acquisito a partire dal momento del concepimento, status che non potrà essere più rimesso in discussione. Sono gli effetti del ‘paradosso tecnologico’ in forza del quale grazie alle tecniche di crioconservazione dei gameti è possibile separare per un tempo indefinito il momento del concepimento (realizzato dal medico in vitro) da quello della gravidanza e del parto (a seguito di trasferimento da parte del medico dell’embrione conservato in provetta nel corpo della donna) con il risultato che indipendentemente dalla sussistenza di quel rapporto di coppia su cui il progetto genitoriale trovava la sua giustificazione, ove la legge lo consenta , sarà possibile giungere alla nascita di un bambino che assumerà lo status di figlio di quella ex coppia.. Si tratta di una decisione sicuramente destinata a far discutere per i molteplici profili giuridici ed etico sociali implicati e per il potenziale impatto sulle tante coppie che si separano e hanno embrioni crioconservati per trattamenti di PMA. *Avv. Prof. Gianni Baldini Presidente AMI Toscana Direttore Fondazione PMA Italia *Avv. Rosaria Zema Associazione Avvocati SMC Vetere * Procuratori legali della ricorrente ord Trib SMC Vetere Dr D’Onofrio
Novità dall'AMI Nazionale
Sottoscritto il protocollo di intesa con la Scuola di Alta Formazione e Studi Specializzati per Professionisti
Tra gli obiettivi del protocollo sottoscritto dall’AMI e la Scuola di Alta Formazione e Studi Specializzati per Professionisti vi è quello di promuovere iniziative di collaborazione accademica. professionale e di formazione finalizzata a: cooperare nell’area della ricerca scientifica sulle materie di comune interesse; impegnarsi alla realizzazione congiunta di conferenze, seminari. workshop o corsi di aggiornamento/di alta formazione/professionali; scambi di docenti ed allievi nonché di esperti delle materie trattate di volta in volta; cooperare in programmi formativi, scientifici e culturali di corta durata; organizzare ricerche e studi e garantire scambi di informazioni e materiale didattico; formazione mediante l’organizzazione di appositi corsi di formazione. Protocollo AMI_Alta formazione professionisti AMI NAZIONALE
NASCE IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI SPECIALISTICHE FORENSI
Il 6 dicembre 2024 le Associazioni specialistiche forensi, riconosciute dal Consiglio Nazionale Forense, si sono riunite a Roma per costituire un Coordinamento al fine di favorire il sostegno ai percorsi di specializzazione degli avvocati. Specializzazioni forensi, è bene ricordarlo, espressamente previste dalla legge professionale e dai regolamenti che ne hanno dato attuazione. Lo scopo del Coordinamento è incentivare la formazione attraverso, appunto, le scuole di ”alta formazione” specialistica, promosse dalle singole Associazioni in convenzione con i Consigli dell’Ordine degli Avvocati, le Università e lo stesso Consiglio Nazionale Forense; ma anche promuovere una rappresentanza coordinata delle Associazioni stesse nei rapporti con il Consiglio Nazionale Forense, l’Organismo Congressuale Forense, il Parlamento, il Ministero della giustizia e con le altre Istituzioni o Enti (pubblici e privati) interessate dalla formazione specialistica dell’Avvocatura. Altro obiettivo è promuovere lo studio, la ricerca, l’elaborazione di proposte comuni in tema di formazione specialistica, il confronto, lo scambio di esperienze, la circolazione di idee, la predisposizione di posizioni condivise tra le varie componenti nelle aree specialistiche. Il Coordinamento si propone, infine, di condividere e sostenere le attività delle singole Associazioni componenti, incentivando la interdisciplinarità delle iniziative, in particolar modo quando queste ultime sono di interesse generale per lo sviluppo del ruolo professionale, sociale e culturale dell’Avvocatura e a tutela dei diritti fondamentali della persona. Nelle prossime settimane il calendario delle iniziative e delle attività sarà reso pubblico.
Istat, calano le separazioni -8,4% e i divorzi -3,3%. Aumentano le unioni civili
Calano divorzi e separazioni nel 2023: sono 82.392 le separazioni (-8,4%) e 79.875, -3,3% i divorzi, ben il 19,4% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui sono stati finora i più numerosi (99.071). Lo rende noto l’Istat. Il trend dei divorzi è stato sempre crescente dal 1970 (anno di introduzione del divorzio) fino al 2015. Negli ultimi anni, il panorama matrimoniale italiano ha vissuto mutamenti significativi, segnati da un calo sia delle unioni matrimoniali che delle separazioni e dei divorzi. Secondo i dati forniti dall’Istat, le separazioni nel 2023 hanno raggiunto un totale di 82.392, evidenziando una diminuzione dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, il numero dei divorzi si attesta a 79.875, con una diminuzione del 3,3% rispetto al 2022 e un notevole calo del 19,4% rispetto ai picchi registrati nel 2016, anno in cui i divorzi hanno toccato il loro massimo storico con 99.071 casi. Per valutare l’impatto di questa tendenza, è interessante osservare che le separazioni consensuali sembrano aumentare, suggerendo una maturazione nella gestione delle relazioni. Questo tipo di separazione è spesso più pacifico e può derivare da un accordo comune su come affrontare la nuova fase della vita, piuttosto che da conflitti aperti. Indubbiamente, il passaggio da una separazione conflittuale a una consensuale è un segnale positivo, confermando una maggiore consapevolezza dei diritti e delle responsabilità da parte delle coppie. Le statistiche sulle separazioni forniscono una visione complessa della realtà coniugale in Italia, rivelando non solo i numeri ma anche i cambiamenti culturali e sociali che accompagnano queste scelte. Questi dati richiedono uno studio attento, in modo da poter comprendere le spinte sociali sottostanti all’evoluzione delle relazioni domestiche nel contesto italiano odierno. Il contesto matrimoniale italiano sta attraversando un periodo di trasformazione, evidenziato da una diminuzione significativa del numero di matrimoni celebrati nel paese. Secondo le statistiche più recenti, il numero di matrimoni continua a calare: nel 2023, si è registrato un decremento rispetto agli anni precedenti, segnalando una tendenza consolidata. Il dato di quest’anno riporta una media di oltre 170.000 matrimoni, mostrando una flessione rispetto agli anni di picco, in cui si superavano le 200.000 unioni. Dall’introduzione della legge nel 2016, il numero di unioni civili tra persone dello stesso sesso è aumentato progressivamente. Rispetto al boom iniziale, si è assistito ad una stabilizzazione delle unioni che nel 2023 sono state 3.019, in crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i primi otto mesi 2024, il calo è pari al 2,1%. A prevalere sono soprattutto le unioni tra uomini che rappresentano più della metà del totale. Oltre un terzo ha luogo nel Nord-Ovest, in particolare in Lombardia, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna Le revisioni nei comportamenti sociali e le mutate aspettative nei confronti dell’istituzione del matrimonio sono alla base di queste nuove dinamiche. Le giovani generazioni tendono a utilizzare il matrimonio come un passo più ponderato ed eventualmente come un’affermazione di stabilità, piuttosto che come un obiettivo predefinito. In molti casi, la scelta di unirsi in matrimonio è preceduta da un periodo di convivenza prolungata, una pratica che contribuisce a una maggior conoscenza reciproca e a una migliore gestione delle aspettative. Questo fenomeno è indicativo di un cambio di mentalità, in cui il matrimonio non è più visto come un dovere sociale, ma piuttosto come una scelta consapevole. Inoltre, altre variabili sociali ed economiche, come la crisi abitativa e le difficoltà finanziarie, influenzano questo trend. Molti individui e coppie possono optare per un rinvio del matrimonio per concentrarsi su stabilità professionale e consistenza economica. Anche i cambiamenti culturali, la maggiore accessibilità alla convivenza e il crescente individualismo contribuiscono a queste scelte, creando un’alterazione nel valore percepito del matrimonio come istituzione. Questo contesto richiama anche l’attenzione verso un potenziale incremento delle unioni civili e delle famiglie di fatto, che stanno guadagnando sempre più riconoscimento legale e sociale nei nuovi modelli di famiglia. Tutti questi elementi portano a riflessioni più ampie sulle reali motivazioni e sui significati del matrimonio nel contesto contemporaneo italiano. Inoltre, il prolungamento dei periodi di convivenza prima del matrimonio è diventato una prassi sempre più comune. Molte coppie decidono di condividere la vita quotidiana per un tempo significativo, testando la loro capacità di affrontare insieme le sfide e le responsabilità. Questo non solo permette una conoscenza più approfondita dell’altro, ma anche un affinamento delle aspettative reciproche riguardo al matrimonio stesso.
Scopre che la moglie era nata uomo: il tribunale respinge la richiesta di annullare il matrimonio
r il tribunale la mancata conoscenza dell’originario sesso del coniuge “non corrisponde ad errore sull’identità o sulle qualità della persona”. L’uomo, tramite il suo legale, aveva impugnato il matrimonio in tribunale, basandosi sull’articolo 122 del codice civile che riguarda proprio i casi in cui un giudice può sciogliere il vincolo matrimoniale per “violenza o errore”. Il loro matrimonio, celebrato in Comune, era durato circa 18 anni, dal 2003 al 2021 quando poi avevano deciso di separarsi. Ad un certo punto della loro relazione avevano anche deciso di avviare le pratiche per l’adozione di un bambino (poi non formalizzata) perché la donna non poteva avere figli. La donna, secondo la versione fornita ai giudici dall’uomo, gli aveva raccontato di una malattia a seguito della quale le avevano dovuto asportare l’utero, celando dunque il cambio di sesso. Lei invece racconta ai giudici un’altra storia. Il marito sarebbe stato perfettamente informato, ben prima di contrarre matrimonio e fin dall’inizio della loro relazione sentimentale, del procedimento di rettificazione del sesso che l’aveva riguardata addietro. Lei prima di sposarsi aveva cambiato genere, passando da uomo a donna, nel 1992. I due poi, come emerso nel procedimento giudiziario, non avevano mai parlato in modo approfondito di certe questioni, molto delicate e complesse, e lui quando poi lo aveva scoperto, nel 2022 si era rivolto ad un legale per chiedere al tribunale l’annullamento del matrimonio, al posto del divorzio.
Notizie dai distretti dell'AMI
Rinasce la sezione dell’AMI di Milano. L’Avv. Maria Furfaro è il nuovo Presidente
In data odierna è stata ricostituita la sezione distrettuale dell’AMI di Milano. Il nuovo direttivo ha nominato l’Avv. Maria Furfaro quale Presidente. Le altre cariche sono state assegnate agli avvocati Maria Teresa Zampogna (Segretario), Angelo Laratta (Tesoriere), Concetta Sannino (Responsabile pari opportunità) e Ernesto Savio Sarno (Consigliere). L’AMI tutta augura un benvenuto al nuovo Direttivo.
A.M.I. CATANZARO – COSENZA: LE NOMINE DEL NUOVO DIRETTIVO
Si sono conclusi i lavori dell’A.M.I. (Associazione Matrimonialisti Italiani) del distretto Catanzaro-Cosenza, per la nomina del nuovo direttivo, che quest’anno si compone di cinque avvocati di prestigio, tutti con un enorme bagaglio culturale e professionale. L’Avv. Margherita Corriere è stata riconfermata Presidente distrettuale, mentre l’Avv. Marianna Famà – Segretario del Direttivo e l’Avv. Carla Stancati -Tesoriere, nella nuova struttura sono stati nominati anche l‘Avv. Nicola Scavelli e l’Avv, Mafalda Manuela Carino. Il Presidente Margherita Corriere, nell’illustrare le linee programmatiche per il 2022, ha dichiarato: “È fondamentale la creazione di un lavoro di equipe per un “linguaggio comune” tra le varie esperienze professionali.. Da sempre ci occupiamo con professionalità delle persone, dei minori e dei loro diritti fondamentali, cercando di dare un valido contributo alla formazione di quanti intendono tutelarli e, soprattutto, dei praticanti avvocati e dei giovani avvocati”. L’operato dell’A.M.I. da anni è rivolto in particolare sulle problematiche della maternità e della paternità, dei diritti delle persone minorenni, della procreazione assistita, dei matrimoni misti, dell’istruzione scolastica, dei diritti delle persone diversamente abili, delle adozioni e delle problematiche relative alla terza età, anche il prossimo anno proseguirà il lungo cammino con delle campagne mirate contro il bullismo e la violenza di genere, collaborando con le scuole con dei corsi di sensibilizzazione ad hoc per gli studenti. Gli auguri di buon lavoro, sono stati formulati al nuovo direttivo, dal Presidente Nazionale A.M.I. Gian Ettore Gassani e dai vertici nazionali dell’associazione forense, impegnata da 14 anni nel sociale e nella formazione degli operatori del settore giustizia suoi iscritti. Redazione Avv. Margherita Corriere Avv. Marianna Famà Avv. Carla Stancati Avv. Nicola Scavelli Mafalda Manuela Carino
A.M.I. NAPOLI: “MADRE” – EVENTO A FAVORE DELLA FONDAZIONE SANTOBONO PAUSILIPON
L’A.M.I. Napoli in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Lions Club Virgiliano Distretto 108, il prossimo 15 dicembre alle ore 17.30 ha organizzato un evento “Madre”, presso la Basilica dello Spirito Santo di Napoli, in via Toledo 402. La manifestazione è a favore della “Fondazione Santobono Pausilipon” che è impegnata per il miglioramento della vita in ospedale per i piccoli pazienti ed i loro familiari con particolare riferimento alle problematiche sanitarie e a quelle relative ad aspetti sociosanitari e psico-pedagogici. I saluti sono affidati al Presidente A.M.I. Gian Ettore Gassani, al Presidente COA Napoli Antonio Tafuri, dal Direttore Fondazione Santobono Pausilipon, Flavia Matrisciano e dal Consigliere del Comune di Napoli Maria Grazia Vitelli, l’evento è introdotto dal Presidente A.M.I. Napoli Valentina De Giovanni e da Giovanni De Vivo – Presidente Lions Club Napoli Virgiliano. Per partecipare all’evento, che darà diritto a tre crediti formativi, di cui uno in deontologia, per gli avvocati per info; Valentina De Giovanni, al numero tel. 3471264252, oppure Giovanni De Vivo al numero 3391800800 la locandina dell’evento:
Iscriviti all’AMI
L’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani è l’associazione italiana per la formazione professionale multidisciplinare, sia di base che di aggiornamento professionale più attiva in Italia. Vanta di numerosi soci sostenitori come psicologi, medici psichiatri, mediatori familiari, sociologi, pedagogisti, assistenti sociali e insegnanti.
Far parte dell’AMI significa contribuire attivamente a questo grande progetto sempre più in crescita ed importanza nazionale.