“Mentre il legislatore italiano sta decidendo sul varo del “divorzio breve”, tra un mare di polemiche e contrapposizioni i nostri compatrioti stanno ingrossando il fenomeno tutto italiano del turismo divorzile”, è questa la denuncia dell’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani).
E chiarisce: “Gli italiani sono stanchi delle nostre leggi e dei tempi biblici per ottenere il divorzio nel loro Paese. All’estero è possibile divorziare subito senza passare per la fase della separazione. In media in Italia quando la coppia è d’accordo su tutto (casa, mantenimento e affidamento dei figli) per ottenere il divorzio, devono passare almeno quattro anni. Quando invece vi è un conflitto e vi sono sbocchi in Appello e in Cassazione si arriva ad attendere dagli otto ai dodici anni per ottenere lo stato libero”.
“Nel nostro Paese – continua il matrimonialista – occorre affrontare due distinti processi per essere divorziati: quello della separazione e poi quello del divorzio, con due distinti mandati e due distinte parcelle che possono arrivare in casi complicatissimi a cinque zeri. Anche se fosse approvata la legge sul divorzio breve, tesa a ridurre ad uno o due anni il periodo della separazione dei coniugi a seconda della presenza o meno di figli, il problema delle lunghe attese non si risolverebbe del tutto. In caso di separazione giudiziale, infatti, i tempi per chiedere il divorzio dipendono dal passaggio in giudicato della sentenza, che può avvenire anche dopo sette o otto anni nell’ipotesi di processi che finiscono in Appello e/o in Cassazione”.
I dati sono allarmanti: “specie in Romania – afferma l’avv. Gassani – stanno sorgendo come funghi vere e proprie agenzie (del tutto lecite) che invitano gli italiani a divorziare all’estero.