Se lui è un traditore incallito, ma lei non riesce a fare a meno della madre, abbandonando spesso il tetto coniugale per andare a dimorare nella casa avita, allora non è possibile stabilire a chi vada addebitata la separazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza 14610/2012 (il testo integrale su www.guidaaldiritto.ilsole24re.com), dando sostanzialmente torto ad entrambi i coniugi i quali si rinfacciavano reciprocamente la colpa della fine del rapporto. L’uno, dunque, collegandola alle fughe ingiustificate, l’altra alle infedeltà ventennali. Una ricca coppia di Salerno La lunga vicenda processuale, sì perché la prima richiesta al tribunale di pronunciare la separazione con addebito alla moglie, da parte del marito, peraltro, è del 2002, ha riguardato una ricca famigli di Salerno e ovviamente non si riduce soltanto ad una questione di bandiera riverberandosi sulla quantificazione dell’assegno divorzile, fissato in Appello in 5mila euro mensili, ed ora da rivedere dopo la pronuncia della Suprema corte. L’assenza di un evento scatenante Tornando al nodo giuridico, siccome per stabilire la responsabilità in una separazione, “è necessaria la prova del nesso causale tra i comportamenti addebitati ed il fallimento del matrimonio”, la Corte di Appello di Salerno è andata a scandagliare se fosse possibile stabile un prius che in qualche modo avesse originato la crisi. Ma nulla da fare. Infatti, da un parte, il primo allontanamento della moglie risulta addirittura antecedente di un anno rispetto al primo tradimento (come testimoniato dalla sorella del marito), dall’altra, la stessa donna ed una testimone a suo favore, lo riconducevano a tutt’altre ragioni: l’assenza di riscaldamento e in generale le condizioni poco confortevoli dell’abitazione familiare. Senza fare alcun riferimento, dunque, alle intemperanze del marito, che del resto era stato il primo a chiedere la separazione, mentre nessun passo aveva mosso la moglie tradita.
Dunque, di fronte all’impossibilità di stabilire se è venuto prima il tradimento e poi come conseguenza le fughe dalla madre, oppure se sono state le continue assenze della moglie a provocare le scappatelle maritali, la Suprema corte non ha potuto prendere posizione perché è “mancata la prova del nesso causale tra l’infedeltà e l’intollerabilità della convivenza”, del resto, osservano i giudici, “già prima di tali infedeltà la signora aveva avuto comportamenti contrari al dovere di coabitazione”.
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