“Il delicato e pericoloso fenomeno dei figli contesi si ripropone puntualmente nelle festività natalizie, atteso che i figli dei genitori separati e divorziati devono trascorrere le vacanze di Natale, il Capodanno e l’Epifania dividendosi tra i due genitori”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani. “La legge e gli attuali orientamenti giurisprudenziali – afferma l’avv. Gassani – sanciscono, soprattutto dall’entrata in vigore della legge sull’affidamento condiviso, il diritto dei figli minorenni di condividere i periodi delle feste comandate con entrambe le figure genitoriali, nel tentativo di rendere quanto meno dolorosa possibile la disgregazione della loro famiglia e la messa in pericolo di equilibri affettivi e psicologici difficili da ricomporre. Tuttavia, nonostante gli sforzi del legislatore e degli addetti ai lavori, proprio nei periodi più significativi come il Natale molti genitori in conflitto in aspre procedure di separazione e divorzio arrivano a contendersi i figli, nel tentativo di escludere l’altro dalla possibilità di trascorrere le vacanze con la prole”. E continua: “Ogni anno circa 150.000 figli minorenni sono affidati ai genitori nel corso delle nuove separazioni e dei divorzi (circa 85.000 separazioni e 54.000 divorzi). E mentre nel 70% dei casi le predette procedure sono definite in via consensuale, il dato allarmante è che nel 30% dei casi i figli sono motivo di aspra contesa giudiziaria. La conseguenza è che troppe volte i provvedimenti emessi dai giudici non sono rispettati e troppe volte vengono violati i diritti dei figli e di uno dei due genitori a stare insieme nei periodi natalizi, pasquali ed estivi”. “Circa 30.000 figli ogni anno sono oggetto di vendetta e ricatto. Nel periodo dal 23 dicembre al 6 gennaio si registra – spiega il presidente dell’AMI - un aumento esponenziale (pari al 50%) di querele e denunce nei confronti del genitore presso cui i figli risiedono stabilmente, per non parlare delle telefonate al 112 e al 113 per richieste di aiuto e di intervento. Le azioni penali vengono avviate perché il genitore “collocatario” ha palesemente frapposto ostacoli al diritto di visita/frequentazione dell’altro genitore, utilizzando – nel 60% dei casi secondo i dati dell’AMI - l’escamotage del certificato medico “di favore” per attestare una malattia del figlio e giustificare la mancata “consegna” di quest’ultimo all’altro genitore. Ed è infatti assolutamente singolare che negli anni scorsi molti figli contesi abbiano sofferto di malattie respiratorie e reumatiche quasi sempre nei periodi in cui sarebbero dovuti andare a stare con l’altro genitore, a riprova del pericoloso livello di conflittualità che ancora oggi caratterizza moltissime vicende separative e divorzili”. Infine: “Nell’Italia delle famiglie allargate e multiparentali, in cui i bambini sono spesso abituati a tanto rocamboleschi quanto riusciti slalom degli affetti, accade però anche che il muro della divisione diventi insormontabile. Così succede che il genitore collocatario non si faccia trovare a casa con i figli o parta con gli stessi per una vacanza non prevista o che genitori indigenti – nella maggioranza dei casi padri – non siano in grado di tenere con sé i figli a Natale né di far loro un semplice regalo. L’AMI propone, per arginare questo odioso fenomeno, sanzioni penali significative nei confronti dei genitori scorretti, percorsi di mediazione familiare gratuiti ed obbligatori per i coniugi in conflitto, maggiore potere e competenza delle Forze dell’Ordine per verificare che i provvedimenti dei giudici vengano effettivamente rispettati. E’ assolutamente intollerabile che in un Paese importante come l’Italia possa esistere ancora una contesa di massa sui figli”.
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sono assolutamente daccordo, è necessario intervenire duramente sul genitore o genitori scorretti. Sono un avvocato e nonostante le denunce per violazione dei provvedimenti contenuti nell’ordinanza presidenziale, il mio assistito padre affidatario e collocatario dei minori subisce ogni sorta di violazione di tali provvedimenti ad opera della ex moglie, senza contare le minacce che io el’altro avvocato subiamo ad opera dell’avvocato della donna. Abbiamo anche presentato un 709 ter cpc chiedendo l’ammonimento della donna per inosservanza dell’ordinanza ma il GI ha rinviato l’udienza ritenendo la non sussistenza dell’urgenza.Intanto il mio assistito deve presentare denunce, inviare telegrammi all’ex coniuge, chiedendo il rispetto dell’ordinanza , ma senza risultato.Cosa fare allora affinchè questi provvedimenti siano rispettati?