di Luana De Micco
PARIGI – Il 13 ottobre 1999 la legge francese adottava i Pacs, le unioni civili pensate per gli omosessuali ed esplose invece tra le coppie eterosessuali. Dieci anni dopo non c’é nessuno Oltralpe che metta più in dubbio il successo di questo contratto firmato in tribunale, più snello del matrimonio e meno convenzionale, ma preso altrettanto sul serio. Il fenomeno è cresciuto a dismisura negli ultimi anni facendo così ricredere quanti all’inizio erano scettici: si è passati dai 22.108 Pacs firmati nel 2.000 ai 100.999 nel 2007. Il 2008 è stato l’anno record con 144.716 Pacs firmati.
L’incremento annuo è stato del 43%. All’inizio la maggior parte dei Pacs, il 42%, erano stipulati da coppie gay alla ricerca di riconoscimento, oggi sono solo il 5,62%. Circa il 95% dei “patti” firmati riguardano quindi le coppie eterosessuali, per lo più trentenni che vivono in città. Solo a Parigi sale la percentuale di coppie gay per così dire “pacsate” (17,3%, di cui 13,5% tra uomini e 3,8% tra donne). La pubblicazione dei dati da parte dell’Ined conferma come il Pacs Oltralpe abbia rivoluzionato in poco tempo le unioni e sia entrato nel quotidiano (tanto che il tradizionale Salone del matrimonio, che si tiene ogni anno a Parigi, è diventato Salone del matrimonio e del Pacs).
Le coppie – solo quelle eterosessuali, perché il matrimonio gay invece resta illegale in Francia – non esitano a passare per il Pacs prima di convolare a nozze, sorta di “fidanzamento moderno”, periodo di prova e di vita insieme (più di un quarto dei 10.000 Pacs sciolti nei primi sei mesi del 2009 lo sono stati proprio in vista del matrimonio). Voluto dai socialisti, su iniziativa del governo di Lionel Jospin, il Pacs è ormai difeso anche da quella destra repubblicana che vi si oppose ferocemente dieci anni fa, gridando la fine del matrimonio e della famiglia. Anzi, è stata proprio la destra ad accelerare nel corso del tempo l’evoluzione del Pacs e a migliorarli, soprattutto dal 2005.
Ci pensò quell’anno il primo ministro Dominique de Villepin che avvicinò lo statuto fiscale del Pacs a quello del matrimonio. Per esempio, da allora, le coppie “pacsate” possono presentare una dichiarazione dei redditi comune. Restano tuttavia molte differenze, in particolare in caso di decesso del partner o della nascita di un figlio. Anche il presidente Nicolas Sarkozy si è fatto difensore del Pacs annunciando, in campagna elettorale, la prossima “uguaglianza fiscale, sociale e patrimoniale totale con le coppie sposate”. Per il momento niente è stato fatto. Oggi – in occasione dei dieci anni – il Mediatore della repubblica, un ente amministrativo indipendente, ha fatto sapere di essere favorevole all’apertura dei diritti alla pensione di reversibilità alle persone “pacsate” da almeno due anni in caso di decesso del partner.
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