Introdursi nella dimora dove vive la ex consorte, dice la Cassazione, è violazione di domicilio. Ecco perchè la quinta sezione penale, con sentenza 6377, ha annullato una assoluzione nei confronti di un marito romagnolo accusato di furto per essersi introdotto nella casa della ex moglie per fotocopiare documenti da produrre in sede di divorzio. Per la suprema corte, che ha accolto il ricorso della ex, il blitz può configurare furto ma sicuramente è violazione di domicilio.
Di diverso avviso era stato il gup di Forlì che, lo scorso 13 marzo, aveva assolto il marito dall’accusa di furto “perchè il fatto non sussiste”, argomentando che l’uomo era si entrato in casa della ex moglie ma per impossessarsi “provvisoriamente dei documenti e quindi rimetterli al loro posto”.
Ora la Cassazione, dando ragione alla moglie divorziata, ha disposto il rinvio a giudizio del marito davanti al gup di Forlì che dovrà stabilire se ci sono gli estremi di una condanna per furto. Sicuramente, osserva la Suprema Corte l’uomo andava rinviato a giudizio “per violazione di domicilio, reato indubbiamente configurabile dal momento che l’imputato, per poter accedere alla documentazione custodita in casa della persona offesa, aveva necessariamente dovuto introdurvisi senza averne alcun titolo”.
LIBERO
…