Italiane-maghrebini, unioni ad alto rischio

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Gli ultimi orrendi episodi, che si sono verificati nell’ambito di coppie miste composte da una donna italiana ed un marito di religione islamica, offrono una fotografia impietosa delle oggettive difficoltà relazionali che ci sono nei matrimoni e nelle coppie miste.


 


“Lungi dal criminalizzare la cultura islamica ed etichettarla sbrigativamente come ‘violenta’ (atteso che gli italiani in fatto di violenza familiare sono tra i peggiori d’Europa), gli ultimi episodi che hanno visto protagonisti in negativo mariti e fidanzati marocchini in danno di donne italiane mettono chiaramente in luce i reali motivi per cui il 70% tra matrimoni e convivenze miste finisca in separazione o in processi penali” dice il presidente nazionale Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani avv. Gian Ettore Gassani. “In particolare l’episodio del quarantenne marocchino che ha accoltellato all’addome la compagna incinta bergamasca – continua – dimostra quanto, ad oggi, le profonde differenze culturali, esistenti tra le donne italiane e i mariti/compagni dei Paesi maghrebini, mettano queste unioni tra quelle assolutamente a rischio”.


 


In Italia ogni anno si celebrano circa 30 mila matrimoni misti: quasi 5.000 riguardano coppie composte da un coniuge italiano ed un cittadino di fede islamica. Nell’85% dei casi questi ultimi matrimoni finiscono davanti ad un giudice.


 


“Le ragioni di fondo di queste violenze sono legate alla religione: in particolare alla pretesa del marito islamico di far convertire la moglie al Corano, di educare i figli secondo la cultura islamica, di imporre il velo alle mogli, di impedire alle mogli di frequentare amici e conoscenti italiani, di imporre a mogli e figli di mangiare solo carne macellata secondo la tradizione islamica, di impedire alle mogli il possesso delle chiavi di casa. Si tratta, quindi, di ragioni che inevitabilmente portano allo ‘scontro di civiltà’. L’AMI propone, ancora una volta, l’istituzione di centri di mediazione per le coppie miste e la organizzazione, per queste ultime, di corsi pre-matrimoniali gratuiti, finalizzati alla cultura del reciproco rispetto. In mancanza di tale politica sociale, alle numerose violenze perpetrate dai coniugi italiani nei confronti delle mogli, si aggiungeranno paurosamente le violenze perpetrate dagli uomini islamici nei confronti delle consorti e delle compagne italiane”, chiude Gassani.       

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