Amare per legge. Almeno i propri figli. Nuovi diritti e doveri in famiglia. I genitori non devono solo mantenere ed educare i figli ma anche «amarli»; devono sentire la loro opinione, di cui devono tener conto, in questioni che li riguardano direttamente. I figli, da parte loro, devono rispettare i genitori e contribuire, secondo il proprio reddito, al mantenimento della famiglia. A delineare i nuovi rapporti familiari è un disegno di legge delega sulla revisione della normativa in materia di filiazione oggi all’esame del consiglio dei ministri.
«L’assoluta parificazione fra figli naturali e figli legittimi – precisa il sottosegretario con delega alle politiche della famiglia Carlo Giovanardi – È importante perchè‚ toglie ogni discriminazione per questi minori. Si tratta di misure che estendono i diritti dei figli in generale, senza mettere in discussione, nè ipotizzare, nuove tutele per le coppie di fatto».
«Con questo provvedimento – aggiunge Giovanardi – si assicura la sostanziale parificazione dei figli legittimi da quelli naturali. Soprattutto in sede di successione, la cui disciplina, una volta approvato il provvedimento, dovrà essere adeguata».
Altra novità, dalla valenza più culturale ma non facilmente esigibile, almeno attraverso un obbligo giuridico, è costituita dall’inserimento dell’amore fra i doveri dei genitori. «Il figlio – si legge nell’articolo 1 del disegno di legge – ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito, amato e assistito moralmente dai genitori nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni». A sua volta, il figlio deve però «rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglie finchè convive con essa».
Fra i nuovi diritti per il figlio, l’ascolto delle sue opinioni per questioni che lo riguardano. Può essere la scelta della scuola come dell’attività sportiva. E le opinioni espresse devono essere «debitamente prese in considerazione, tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità».
Il Sole 24 ore.it
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Finalmente un disegno di legge che, assicura l’equiparazione tra figli legittimi e figli naturali. Era ora, che si provvedesse a risolvere il problema di un’assurda discriminazione, che non faceva altro che inasprire i rapporti tra fratelli all’interno delle famiglie; per non parlare poi del “peso” morale e non solo, che un figlio “naturale” era costretto a farsi carico, suo malgrado, all’interno di una falsa società perbenista.