Matrimoni, le due Italie

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I dati diramati dall’Istat offrono la fotografia reale della grave crisi del matrimonio in Italia, Paese sempre più proiettato verso i modelli sociali e culturali del nord Europa. Tuttavia c’è da rilevare che vanno operate precise distinzioni tra l’evoluzione del rapporto familiare nelle varie zone d’Italia.


 


Il Presidente nazionale dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, avv. Gian Ettore Gassani, dice: “Analizzati approfonditamente, i dati descrivono una statistica della crisi della famiglia del nord differente rispetto a quella del sud. Infatti nel sud si registrano 186.3 separazioni ogni 1.000 matrimoni mentre nel nord si registrano 363.3 separazioni ogni 1.000 matrimoni, ovvero il doppio del meridione e con un trend molto simile a quello della Francia.


Relativamente all’affidamento condiviso c’è da registrare che oramai l’istituto viene applicato in via automatica dai giudici: di contro  tale nuova forma di affidamento dei minore nella stragrande maggioranza dei casi resta una scatola vuota atteso che i tempi concessi al genitore non collocatario sono quasi sempre simbolici. Aumentano le famiglie allargate (775 mila nel 2008) e attualmente un figlio ogni cinque nasce al di fuori del matrimonio (circa 100 mila all’anno)”.  


 


Gassani continua: “La vera novità è data dalle seconde nozze (i cosiddetti ‘recidivi’ del matrimonio). La loro percentuale negli ultimi 10 anni è passata dal 6.5% al 13.8% (34.137 unioni nel 2008) del numero complessivo dei matrimoni celebrati ogni anno.


Sono in vertiginoso aumento i matrimoni civili (quasi uno ogni tre). La città dove ci si sposa di più in Comune è Trieste (64.1%) contro il dato minimo di Crotone (11.2%).


In assoluto la Campania è la regione dove ci si sposa di più: 5.3 matrimoni ogni 1.000 abitanti, seguita dalla Sicilia 5 matrimoni ogni 1.000 abitanti. Il fanalino di coda è l’Emilia Romagna 3.5% ogni 1.000 abitanti”.

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