Un edicolante romano 61enne separato pretende dalla ex moglie, casalinga marchigiana 50enne, che ha vinto alla lotteria un milione e mezzo di euro, un assegno di mantenimento da 2mila euro al mese o la metà della vincita. Lo rivelano i legali romani dell’uomo. Ma la vicenda è complicata perché i due sono separati solo di fatto. A rivelare la notizia della vincita al padre è stato il figlio.
La coppia si era sposata nel 1985 a Roma dove aveva vissuto per molti anni, e dall’unione era nato nel 1988 il figlio. Dopo anni di litigi continui, la coppia ha deciso di separarsi di fatto, e la donna, con il figlio, è andata a vivere ad Ascoli Piceno dai propri genitori, mentre il marito è rimasto nella Capitale.
Dopo il 6 gennaio 2011, grazie a una confidenza del figlio che ha passato con il padre il fine settimana, l’uomo ha scoperto che la moglie ha vinto un milione e mezzo di euro alla Lotteria Italia dell’Epifania. Così l’edicolante ha deciso di proporre un ricorso per separazione giudiziale dei coniugi davanti al Tribunale di Roma per chiedere, in relazione a quella super-vincita, un mantenimento di duemila euro mensili, oppure, in alternativa, una liquidazione una tantum di 750mila euro, la metà della vincita.
La tesi sostenuta in giudizio – spiegano gli avvocati – è quella, più volte sposata dalla Cassazione, che le vincite delle lotterie e dei giochi nazionali (totocalcio, superenalotto, gratta e vinci, ecc.) rientrano nella comunione legale dei coniugi anche se la “giocata” è stata effettuata con il denaro personale di uno solo. “Del resto – spiegano gli avvocati dell’edicolante – nel caso in esame, la coppia era separata solo di fatto e non legalmente e, dunque, al momento della vincita ottenuta dalla moglie, vigeva ancora tra i coniugi il regime della comunione legale”.
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