La sentenza nr. 4540/2011 emessa dalla Suprema Corte di
Cassazione nella giornata di ieri, ha confermato in modo
netto un principio secondo cui costituisce implicitamente
‘giusta causa’ la decisione del coniuge che lascia la
casa coniugale in costanza di matrimonio in presenza di
gravi ingerenze e provocazioni del suocero convivente. “In
sostanza attraverso tale pronuncia si affievolisce il
principio secondo cui un coniuge può abbandonare il tetto
coniugale soltanto dopo il deposito del ricorso per
l’ottenimento della separazione” commenta l’avv. Gian
Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione
Avvocati Matrimonialisti Italiani. “La Suprema Corte –
continua – si è più volte pronunciata, inoltre, sulla
addebitabilità della separazione giudiziale nel caso in
cui uno dei due coniugi dimostri di essere stato vittima
delle invadenze e delle ingerenze di uno o di entrambi i
suoceri a patto che tale evenienza sia stata anche
semplicemente tollerata passivamente dall’altro coniuge.
Ciò significa che chi subisce le pressioni di un suocero
può lasciare la casa coniugale senza conseguenze oppure,
se vi rimane, può chiedere l’addebito della separazione
nei confronti dell’altro”.
Nel 2008 la Corte d’Appello di Salerno riconobbe la
validità di una sentenza ecclesiastica che aveva
dichiarato nullo un matrimonio entrato in crisi per colpa di
una suocera.
“E’ assolutamente indubbio – dice Gassani – che un
cospicuo numero di separazioni e divorzi in Italia sia
causato dal malcostume di molti suoceri di interferire,
anche in buona fede, nella vita coniugale dei figli e dei
generi/nuore. Questo è uno dei peggiori malcostumi
italiani. Il 30% delle separazioni nel nostro Paese,
infatti, secondo le ricerche del centro studi AMI, dipende
proprio da queste ragioni. Pertanto se da un lato vi sono i
nonni che offrono quotidianamente il loro contributo morale,
educativo ed economico in favore dei nipoti (si calcola che
4 milioni di bambini dall’età compresa tra 0 e 13 anni
siamo ‘affidati’ ai nonni per molte ore della giornata
ed addirittura nei fine settimana) dall’altro vi sono i
suoceri (molto spesso nonni) che contribuiscono a sfasciare
migliaia di famiglie avocando a sé il diritto di
‘mettere il dito tra moglie e marito’. Negli ultimi
anni, peraltro, i suoceri maschi, un tempo considerati più
riservati e meno guerrafondai, stanno sempre più
somigliano alle suocere in termini di invadenza e
maleducazione. Un tempo i suoceri erano i migliori mediatori
familiari, cioè coloro che intervenivano per mettere pace
ed evitare la separazione dei loro figli. Oggi è cambiato
tutto: molti suoceri prima spaccano la famiglia e poi tifano
per la separazione scegliendo addirittura l’avvocato ed
accollandosi le spese legali. E’ evidente che se la
famiglia italiana versa in una situazione di grave crisi,
anche i suoceri hanno la loro fetta di responsabilità.
Data la vastità del fenomeno, occorre intervenire per una
politica di sensibilizzazione sul concetto di famiglia e
matrimonio affinché una coppia di sposi possa vivere
liberamente e senza condizionamenti esterni il proprio
percorso coniugale. Anche gli stessi corsi pre matrimoniali
dovrebbero prevedere la presenza dei genitori di lui e di
lei affinché i futuri suoceri siano educati a vivere con
gioia e discrezione il matrimonio dei loro figli. Molto
spesso alla base di gravi fatti di sangue che si consumano
tra le mura domestiche o a seguito di tragiche separazioni,
si nascondono i comportamenti incoscienti dei genitori di
lui o di lei”.…
se invece sono rimasti i cognati ed un socio del marito a mettere zizzania
cosa si può fare??