SPOSO ABBANDONATO ALL’ALTARE, CHIEDE 500 MILA EURO

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Vale 500mila euro un matrimonio’saltato’ proprio davanti all’altare. Almeno per Riccardo R., un impiegato romano di 32 anni, che poco più di due settimane fa è stato lasciato dalla propria amata, come in un film, in chiesa davanti a tutti gli invitati perchè la futura sposa, una 30enne romana, neolaureata, non si è presentata alla cerimonia e gli ha fatto sapere di essere innamorata di un altro. Anche se lo shock di Riccardo è incalcolabile visto che ignaro di quanto stava avvenendo la sera precedente al matrimonio, è addirittura andato sotto casa della fidanzata, con un gruppo di amici, per la tradizionale serenata. Nessun elemento lasciava presagire l’amaro finale. Ora l’epilogo si consumera’ in un’aula di giustizia visto che Riccardo si e’ rivolto al Tribunale Civile per chiedere all’ex fidanzata 500 mila euro: 229 mila per spese sostenute, 150 mila a titolo di danno morale per le sofferenze subite e 120mila a titolo di danno esistenziale determinato dai certificati disturbi di carattere psicologico provocati dall’abbandono.


Il misfatto si è consumato lo scorso 17 aprile, in quello che invece doveva essere il grande giorno.  Alle 11.30 Riccardo arriva in chiesa puntuale, accompagnato dalla madre. La sposa, come consuetudine, è in ritardo. Ed il futuro sposo emozionato, si intrattiene con alcuni invitati e con il parroco amico di famiglia da lunga data. Il ritardo diventa preoccupante, tanto che uno dei  testimoni della ragazza decide di contattare  telefonicamente i familiari ma non ci riesce. Ad un certo punto arriva in chiesa il fratello della  futura sposa che avvicina Riccardo e gli comunica che la sorella non intende piu’ sposarlo perche’ aveva ormai da diversi mesi una relazione con un altro uomo del quale si era innamorata. Al parroco  non è rimasto che comunicare ai presenti, tra lo stupore generale, che la cerimonia era saltata. 
La Cassazione Civile, III sezione, n.9052/2010: ‘La promessa di matrimonio obbliga il promettente che senza giusto motivo ricusi di eseguirla a risarcire il danno cagionato all’altra parte”.

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