FOGGIA – Nemmeno un giorno di sconto nel processo d’appello alla mamma cartomante di Zapponeta, accusata di vendere i due figlioletti a stupratori pedofili per orge, condite da riti satanici, ai quali lei stessa avrebbe partecipato. Condanne confermate anche per gli altri tre imputati – tra cui due partecipanti agli stupri di gruppo, compreso un parente delle vittime – di una delle più squallide vicende di violenze su minori che questa provincia abbia conosciuto.
Dopo meno di un’ora di camera di consiglio i giudici della sezione famiglia della corte d’appello di Bari hanno condannato a 11 anni di reclusione la cartomante foggiana di 43 residente a Zapponeta (non ne riveliamo le generalità per tutelare quelle dei figli da tempo affidati ad una casa-famiglia), detenuta dal settembre 2008 quando fu arrestata nel blitz di Procura foggiana e squadra mobile.
La donna, che si dice innocente, è stata riconosciuta colpevole di violenza sessuale anche di gruppo, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. E’ coinvolta nei due filoni dell’inchiesta: la vendita dei figli a pedofili, aver costretto a prostituirsi la nipote minorenne che le era stata affidata dal Tribunale per i minorenni.
Inflitti 9 anni di carcere ad un manfredoniano di 24 anni, cugino dei due fratellini venduti dalla madre, che avrebbe partecipato agli stupri di gruppo: anche lui è detenuto dal giorno del blitz. Sei anni di reclusione infine per un altro presunto partecipe delle orge organizzate dalla cartomante, il fruttivendolo cerignolano Luigi Grassi di 30 anni, a sua volta detenuto. Pena confermata – cinque anni di reclusione – anche per l’albanese Dritan Abazaj di 28 anni, arrestato nel settembre 2008 in occasione del blitz e successivamente scarcerato.
E’ stato riconosciuto colpevole, in concorso con la cartomante, di violenza sessuale ai danni della nipote della donna che gli era stata «venduta» – dice l’accusa – per 1500 euro in quanto doveva sposarla per acquisire la cittadinanza italiana. I quattro imputati si dicono innocenti; i fatti contestati vanno dal 2003 al 2006.
Il procuratore generale Anna Tomasicchio aveva chiesto ai giudici di conferma integralmente la sentenza di condanna nei confronti dei 4 imputati, inflitta il 3 maggio del 2010 dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Foggia. Richieste di condanna ribadite dagli avvocati di parte civile Vincenzo Di Staso, legale della nipote della cartomante; e del collega Lepore, che assiste i figli della donna. I difensori – gli avvocati Innocenza Starace, Francesco Lenoci, Matera e Filippo Brescia – chiedevano l’assoluzione, parlando – per quanto riguarda i due fratellini – di racconti inverosimili, in contrasto e smentiti da alcuni testi; e – per quanto riguarda la nipote – di accuse mosse dal presunto astio della ragazza nei confronti della zia.
L’inchiesta partì nel dicembre 2006 quando un assistente sociale del Comune di Zapponeta segnalò ai poliziotti foggiani la situazione di abbandono dei due fratellini che spesso non andavano a scuola: i minorenni furono affidati dal Tribunale per i minorenni ad una casa-famiglia, con gli educatori che raccolsero i primi racconti sugli stupri subiti. L’indagine sui figlioletti venduti dalla madre si incrociò con quella partita dopo la denuncia della nipote della cartomante costretta dalla zia a prostituirsi e si arrivò così il 18 settembre del 2008 all’arresto degli attuali quattro imputati.
La Gazzetta del Mezzogiorno