Badanti, è un boom di matrimoni con anziani

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Sempre più unioni regolarizzate, le donne hanno da dieci a vent’anni in meno Gli uomini divorziati si risposano in percentuale tripla rispetto alle ex compagne.


I matrimoni tra badanti dell’Est e anziani pensionati, ma anche improvvise donazioni ed eredità che cambiano indirizzo a sorpresa, sono un fenomeno in grossa ascesa che trova nelle aule di tribunale la conferma di convivenze felici per i diretti interessati ma piene di spine per i parenti. Guardando le fasce d’età tra gli sposi ad esempio, si scopre che per la sola città di Modena il divario tra i coniugi italiani è di 2-3 anni, mentre nelle unioni miste è di 8-10 anni. A favore di chi? Sempre dei neomariti, decisamente più anziani delle loro spose. È quanto si ricava dalla lettura delle statistiche che riportano però solo la media dell’età dei coniugi, e quindi non tengono conto delle punte estreme del fenomeno. Se nel 2008 e nel 2009 la differenza tra maschi e femmine portava queste ultime a essere in media più giovani di nove anni, vuol dire che differenze di 15 – 20 anni sono più che comuni, in cui le badanti fanno la parte del leone.


A ruoli invertiti, quando lei è italiana e lui è straniero, il divario d’età è praticamente azzerato, variando da meno di un anno a un anno e mezzo.


Negli ultimi tempi il fenomeno si va allargando a macchia d’olio.


Nel 2002 l’età media di lei era di 29,3 anni e di 36,4 per lui, arrivando a 30 e 38 due anni dopo e nel 2009 si arriva addirittura a 34 e 43. Bastano queste ultime due cifre, depurate dalla media statistica, per far capire quanto siano frequenti i matrimoni con i capelli bianchi, almeno quando a sposarsi è un uomo.


Per chi si sposa per una seconda volta tutto questo è un dettaglio, vuoi per i precetti della Chiesa cattolica che impediscono il rito ai divorziati, vuoi perchè cambiano le scelte morali di chi decide di metter su famiglia. A partire dal 2002, da quando cioè il matrimonio in Comune ha superato quello davanti a un sacerdote, il numero dei primi è sempre aumentato. L’importante è avere il certificato d’anagrafe in regola con le leggi italiane che vuol dire anche la pensione di reversibilità e una quota dell’eredità in caso di morte, senza tener conto di ricongiungimenti famigliari sempre possibili con fratelli, sorelle, genitori anziani e, perchè no?, con figli, generi e nuore con nipoti. E tutto senza passare dalle forche caudine dell’immigrazione clandestina.

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