A Torino, dichiarata ‘adottabile’ bambina di un anno e mezzo
TORINO – Il Tribunale per i Minori di Torino ha dichiarato ‘adottabile’ una bimba di un anno e mezzo togliendola ai suoi genitori naturali perché sono ‘troppo’ anziani, dal momento che il padre ha 70 anni e la madre 57. La bimba – la cui vicenda è riferita dai quotidiani La Stampa e La Repubblica – è nata il 26 maggio 2010 all’ospedale Sant’Anna di Torino grazie alla fecondazione artificiale fatta all’estero e, per decisione della stessa magistratura minorile, é in affido da quando aveva un mese. La coppia vive a Mirabello Monferrato (Alessandria), Secondo il Tribunale, la bimba è “il frutto di un’applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica”. La volontà di concepirla, inoltre, è “una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l’accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino”. I legali che assistono i genitori della bambina, gli avv. Fabio Deorsola e Giulio Calosso, presenteranno ricorso contro la decisione del Tribunale.
Nel decidere l’adottabilità della bambina i giudici di Torino si sono avvalsi anche di una consulenza tecnica secondo la quale “il dato della differenza di età per i genitori non assume alcuna rilevanza, essendo secondario rispetto all’appagamento del bisogno narcisistico di avere un bambino”. In sostanza – secondo il Tribunale, presieduto da Donata Clerici – i genitori “non si sono mai posti domande in merito al fatto” che la figlia “si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori”.
La coppia – Gabriella e Luigi De Ambrosis, lei bibliotecaria, lui impiegato ed ex sindaco di un piccolo paese del Monferrato – sostiene che vittima della vicenda non sono loro ma proprio la bimba, dal momento che – hanno spiegato – per loro un figlio è espressione dell’amore di una coppia. Per i loro legali, la sentenza del Tribunale si fonda sul pregiudizio secondo il quale l’adozione è una strada alternativa per soddisfare il desiderio di essere genitori. Gabriella e Luigi De Ambrosis si sono sposati nel 1990, quando la donna aveva 36 anni. Non rimanendo incinta, Gabriella si è sottoposta a dieci tentativi di fecondazione assistita in Italia, tutti senza successo. La coppia ha presentato anche due richieste di adozione (nel 1999 e nel 2003), entrambe respinte. Ha quindi deciso la fecondazione artificiale all’estero ed è nata la bimba. Un mese dopo la nascita, però, la piccola è stata data in affidamento per decisione del Tribunale dei minori che, attraverso le sue strutture, ha sempre seguito la vicenda della coppia. L’affido era stato deciso dopo la segnalazione di alcuni vicini della coppia che avevano visto piangere la bambina, lasciata da sola nell’auto del papà per alcuni minuti, anche se – hanno scritto gli stessi giudici – non in situazione di pericolo. Per quell’episodio è in corso un procedimento penale nei riguardi dei genitori per l’ipotesi di reato di abbandono di minore, la cui udienza preliminare è prevista per il prossimo mese di febbraio.
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Spesso il rimedio al danno è più devastante del danno stesso
Spettabile Associazione,
Vi ringrazio per la possibilità che offrite di commentare le decisioni di una Magistratura che aumenta ogni giorno di più la distanza dalla prescrizione costituzionale dell’Art. 101 “La giustizia è amministrata in nome del popolo italiano”.
Io appartengo al popolo italiano e la decisione di sottrarre la bambina ai propri genitori non mi rappresenta.
A mio parere, le vittime di questa situazione non devono essere lasciate sole. L’Associazione Matrimonialisti Italiani potrebbe effettuare in sede civile un intervento ad adiuvandum o un intervento autonomo a favore dei genitori. Potrebbe, ancora, denunciare l’azione della magistratura italiana e alla magistratura italiana stessa e, se i genitori sono uniti con matrimonio religioso o concordatario, allertare la Sacra Rota.
O, comunque, diffondere una cultura dell’intervento, per evitare la solitudine dei genitori davanti a giudici esperti assistenti sociali.
Nel mio piccolo mi metterò in contatto con gli avvocati per dar loro la mia disponibilità ad intervenire.
La prospettiva che quello che è capitato a questra coppia potrebbe capitare a chiunque, e la prescrizione dell’Art. 101 della Costituzione che “La Giustizia è amministrata in nome del popolo italiano” dovrebbero determinare una contrarietà manifesta alla decisione della magistratura, una contrarietà manifesta ad essere rasppresentato dalle sue decisioni.
Ognuno dovrebbe insomma arrivare a partecipare alla Magistratura che le sue decisioni non appartengono al popolo italiano.
Solo in questo modo si potrà sperare in una Magistratura che ha fatto delle norma costituzionale ex Art. 101 la Linea Guida del suo operato.
Cordianli saluti.
Avv. Camaioni in Bologna
Vorrei vedere se i giudici interverranno per il bambino di Carmen Russo.
A volte basterebbe un po’ di buon senso, è sufficiente vedere i bambini rom costretti a chiedere l’elemosina e altro ancora.
Sono indignata per una decisione a dir poco “criminale” di togliere un figlio ai genitori naturali, facendola “vagare” per anni tra famiglie affidatarie e case – famiglia.
Non si è affatto tenuto conto del bene del minore.
Vorrei esprimere la mia più completata solidarietà alla coppia di genitori e dare la disponibilità ad eventuali azioni che possano far ravvedere da una decisione tanto insana.
Siamo numerosissimi in tutta Italia a voler far sentire la nostra voce a favore dei genitori di Mirabello o meglio, a favore di un minore a cui sono stati tolti i genitori.