DOPO DIVORZIO FIGLI CON |
Restano a vivere con la madre, dormono pochissimo dal padre, peggiorano il loro rendimento scolastico e il loro stile di vita. E’ la fotografia dei figli di genitori separati scattata dall’Istat nel rapporto ”Condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio” diffuso oggi. |
75% UOMINI SEPARATI NON IN REGOLA CON ALIMENTI |
Il 75% degli uomini separati non sono in regola con il pagamento degli alimenti. E’ quanto emerge dal rapporto ”Condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio” diffuso oggi dall’Istat.
Nel 2008, si legge nel rapporto, il 24,4% degli uomini separati,divorziati o riconiugati ha versato regolarmente denaro per l’exconiuge o per i figli, percentuale che sale al 36% se al momento della separazione erano presenti figli minori.
I versamenti sono stati effettuati per l’ex coniuge nell’8,5% dei casi e per figli nel 15,9%; quest’ultima percentuale sale al 26,4% se al momento della separazione erano presenti figli minori. I valori medi e mediani dei versamenti effettuati dagli uomini nel 2008 per i figli sono stati rispettivamente 5.065 e 4.500 euro, mentre quelli effettuati per l’ex coniuge sono stati rispettivamente 3.799 e 3.000. L’importo da versare e’ stato stabilito per lo piu’ in tribunale (60,4%), o tramite un accordo, verbale o scritto, tra i coniugi (30,7%).
Gli uomini separati, divorziati o riconiugati che nel 2008 non hanno versato regolarmente denaro all’ex partner o ai figli, dichiarano di non averlo versato soprattutto perche’ gli accordi con l’ex partner non lo prevedevano (55,2%), o perche’ hanno perso i contatti con l’ex partner (15,4%).
Nel 2008, il 18,7% delle donne separate, divorziate o riconiugate, ha ricevuto regolarmente denaro per se’ o per i figli. Il valore sale al 35,6% in presenza di figli minori conviventi, per un ammontare medio e mediano pari, rispettivamente, a 4.385 e 3.000 euro.
Quasi il 30% delle donne sostiene che avrebbe dovuto ricevere denaro, ma che non lo ha avuto; di queste, il 41.6% non lo ha ricevuto perche’ ha perso i contatti con l’ex partner, il 22,2% ha richiesto denaro ma non le e’ stato riconosciuto perche’ l’ex marito non poteva permetterselo, il 16%, sebbene avesse ottenuto il riconoscimento di una determinata somma di denaro, di fatto non ha mai ricevuto nulla. Il 46,1% delle donne che avrebbero dovuto ricevere denaro dall’ex partner e non lo hanno avuto perche’ questi si e’ rifiutato di pagarlo o ha pagato meno del pattuito, ha intrapreso un’azione legale per ottenere quanto dovuto.
SEPARAZIONI E DIVORZI PESANO ECONOMICAMENTE DI PIU’ SULLE DONNE
Separazioni e divorzi sfavoriscono soprattutto le donne. Sono loro che si trovano a svolgere più spesso il ruolo di genitore solo (35,8% contro solo il 7,3% degli uomini); sono le donne che vedono peggiorare di più la situazione economica rispetto a quella precedente la separazione (50,9% contro 40,1%); e ancora: sono le donne che sperimentano più disagi economici rispetto agli uomini, come problemi per il pagamento di bollette, mutuo, affitto o altri tipi di debito (20% contro 13,6%), permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni (10,4% contro 7,3%) e scaldare la casa adeguatamente (14,1% contro 11,2%). E’ lo spaccato che emerge dal dossier dell’Istat ‘Condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio (anno 2009)’, reso noto oggi.
Nel 2009 le persone che nel corso della vita hanno sperimentato la rottura di un matrimonio (separati legalmente o di fatto, divorziati, coniugati dopo un divorzio) sono 3 milioni e 115 mila (il 6,1% della popolazione di 15 anni e più). Si tratta di un folto gruppo dalle caratteristiche socio-demografiche peculiari: un livello di istruzione mediamente più alto rispetto al resto della popolazione, con una più diffusa presenza nel Centro-Nord del Paese e nelle grandi aree metropolitane.
La maggioranza delle persone con un’interruzione coniugale alle spalle ha intrapreso e ha visto concludersi un procedimento legale di separazione davanti al giudice (59,3%). Una maggior propensione a concludere un procedimento legale si osserva tra le persone con livello di istruzione più alto e tra coloro che vivono nel Nord e nel Centro (oltre il 63% in tutte e tre le categorie).
Tra le donne è inoltre particolarmente alta la percentuale di coloro che vivono in famiglie che non riescono a sostenere una spesa imprevista di circa 750 euro (44,3%) o arrivano a fine mese con grande difficoltà (26% delle donne che hanno sciolto un’unione e 30,8% delle monogenitore).
Dal rapporto emerge anche che i figli restano a vivere soprattutto con la madre (nel 54,5% dei casi nel caso di persone separate di fatto; affidamento esclusivo alla madre nel 57,7% dei casi tra le persone separate legalmente o divorziate) e che a seguito della separazione il rendimento scolastico dei figli peggiora nel 20,7% dei casi e nel 6% il peggioramento è stato tale da determinare una bocciatura o il rinvio di esami universitari.
ROTTURA DEL MATRIMONIO PER 3,1 MLN ITALIANI NEL 2009
Nel 2009 le persone che hanno sperimentato la rottura di un matrimonio (separati legalmente o di fatto, divorziati,coniugati dopo un divorzio) sono 3 milioni 115 mila, il 6,1% della popolazione di 15 anni e piu’. E’ quanto emerge dal rapporto ”Condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugatedopo un divorzio” diffuso oggi dall’Istat.
Si tratta, spiega l’istituto di statistica, di un folto gruppo dalle caratteristiche socio-demografiche peculiari: un livello di istruzione mediamente piu’ alto rispetto al resto della popolazione, con una piu’ diffusa presenza nel Centro-Nord del Paese e nelle grandi aree metropolitane. Il tipo di famiglia in cui vivono evidenzia importanti differenze di genere. Le donne si trovano piu’ spesso a svolgere il ruolo di genitore solo (35,8%, contro solo il 7,3% degli uomini); gli uomini, invece, mostrano una maggiore propensione a formare una nuova unione coniugale o di fatto (sono in una famiglia ricostituita il 32% degli uomini, contro il 23,3% delle donne) o a vivere da soli (43% contro solo il 25,4% delle donne).
Se si considerano solo gli individui che hanno sciolto un’unione da meno di 5 anni, la percentuale di madri sole sale al 45,5%, e quella degli uomini in famiglie unipersonali arriva a rappresentare circa meta’ del totale (49,2%). Dopo 10 anni dalla separazione, la percentuale di madri sole rimane elevata (29,1%), mentre aumenta quella di donne single (32,2%) e in famiglia ricostituita (26,2%) senza comunque raggiungere i livelli osservabili tra gli uomini (rispettivamente, 39% e 41,4%).
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