Nel 2011, al Tribunale ecclesiastico dell’Emilia-Romagna salgono, in prima istanza, le sentenze di annullamento di matrimonio: sono 163 contro le 139 dell’anno precedente. Mentre (sempre in prima istanza) quelle con risposta negativa sono otto contro le tre del 2010. In calo sono poi sia le cause di prima istanza pendenti (da 302 a 279 rispetto al 2010), che i libelli depositati (89), per la prima volta da diversi anni sotto i cento. Questo perche’, “sta scendendo il boom di richieste di annullamento dei matrimoni partito nel 1998, ma anche perche’ sta diminuendo il numero dei matrimoni, specie in chiesa”, spiega stamane Stefano Ottani, che illustra le statistiche 2011 all’inaugurazione dell’anno giudiziario ecclesiastico ospitato nel palazzo della Curia di Bologna. Guardando ancora alle cause di prima istanza, si nota che quelle introdotte nel 2011 sono state 102 (l’anno prima erano 132), e quelle trattate 381, meno delle 434 del 2010. Alla fine dell’anno, quelle espletate sono 186 e quelle ancora pendenti sono 195, molte meno del 2010, quando erano 279. Insomma, facendo un rapporto con la popolazione si puo’ parlare di una causa ogni 27.192 abitanti. Del totale di quelle del 2011, 34 vengono da Bologna, 12 da Rimini, 11 da Imola, otto da Forli’ e altrettante da Ravenna, sette da Ferrara, cinque da Faenza, due da Cesena e altrettante dalla diocesi San Marino-Montefeltro.
Sono state ben 83 in Ligura, le sentenze di nullità di matrimonio pronunciate nel 2011 dal tribunale ecclesiastico regionale. Il dato si evince dalla relazione del vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico monsignor Paolo Rigoni che stamani ha aperto l’anno giudiziario ecclesiastico a Genova. Sulle 89 cause di scioglimento presentate al Tribunale di prima istanza, 83 hanno avuto esito positivo e 6 negativo. Altre 8 cause sono state ritirate o archiviate perché prive di fondamento giuridico.
Secondo monsignor Rigoni, “il dolo e l’inganno sono motivi di scioglimento del matrimonio”. In particolar modo, il dolo “deve essere ordito per ottenere consenso nuziale” e un elemento di prova, anche se non codificato, è la reazione del coniuge che non di rado “fugge dalla casa coniugale o separa i letti”.
Il tribunale ecclesiastico di Genova è anche sede di corte d’appello per la Lombardia. In questo caso, nel 2011 sono state decise 156 cause provenienti dal tribunale ecclesiastico lombardo, 144 delle quali hanno confermato la sentenza di primo grado mentre per 12 cause sono state pronunziate 7 conferme e 5 ribaltamenti di verdetto, da negativo e positivo. Per queste ultime, interverrà in terzo grado il Tribunale della Rota Romana.
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