Cassazione: se gli ex genitori non si parlano, cancellato l’affido condiviso

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Quando l’ostilità tra gli ex coniugi è alle stelle anche dopo la separazione, al punto che i due nemmeno si parlano e si registra “assenza di comunicazione”, l’affido condiviso rischia di essere revocato se il minore soffre per la distonia nello stile di vita durante i soggiorni presso l’uno o l’altro genitore. Lo sottolinea la Cassazione – sentenza 5108 – affrontando una vicenda ad alta conflittualità tra ex che gravava su una figlia minorenne. Senza successo il padre, Marco R., ha protestato innanzi alla Suprema Corte contro l’affido esclusivo di Giada dato alla madre Silvana S. e deciso dal Tribunale di Roma e dalla Corte di Appello. In seguito alla consulenza disposta dal giudice, su ricorso della ex moglie, era emerso che la bambina subiva “una serie di pressioni e tensioni eccessive”, in quanto i genitori “non parlandosi tra loro, decidevano autonomamente le attività della figlia, costretta a fare due turni a scuola, due diverse attività sportive e persino due diete alimentari”. Questa situazione, “era vissuta molto male dalla bambina, in quanto fonte di confusione e di alterazione della sua condizione psicologica”. Tra i motivi che provocavano malessere, anche il fatto che il padre – che versava per la figlia 150 euro al mese – aveva dovuto lasciare la casa coniugale alla ex moglie e viveva ospite di parenti e amici dove portava Giada nei giorni in cui la bambina stava con lui.


Dalla consulenza era emerso il “disagio” della minore per questo “andare in giro” al quale era “costretto” il padre. La bambina aveva spiegato che dopo la scuola e lo sport desiderava tornarsene a casa sua, dalla madre, dove c’era un “ambiente più gradito e accogliente”. Inoltre il rapporto con il padre risentiva della “scarsa flessibilità” di Marco e della “ostilità” che nutriva per Silvana. Di fronte a rapporti così dissestati la Cassazione ha affermato che: il tasso fisiologico di conflittualità che “spesso connota” le separazioni “non preclude” l’affido condiviso”, purchè “si mantenga nei limiti di un tollerabile disagio per la prole”. Un tasso elevato di dissidio, invece, “assume connotati ostativi all’affido condiviso quando si esprima in forme atte ad alterare e a porre in serio pericolo l’equilibrio e lo sviluppo psicofisico dei figli pregiudicando il loro superiore interesse”.Confermata,dunque, ‘l’assegnazioné di Giada alla madre che, siccome si trasferirà a Napoli, sua città d’origine, perde la casa coniugale.

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