In relazione al terribile filmato mandato ieri in onda nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?”, l’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani esterna tutto il proprio disappunto per le modalità con cui le forze dell’ordine hanno eseguito l’ordinanza emessa dalla sezione Minori della Corte d’Appello di Venezia, prelevando con la forza e in presenza di tante persone un bambino di appena 10 anni che aveva peraltro opposto una strenua resistenza.
“Fermo il potere del Giudice di emettere idonei provvedimenti a tutela del minore quando ricorrono i presupposti di legge, non è accettabile l’esecuzione in modo così violento e plateale. Senza voler entrare nel merito dell’ordinanza della Corte d’Appello veneziana, c’è da rimanere sconcertati – commenta l’avv. Gassani, presidente dell’AMI – dalle modalità di esecuzione dell’ordine dell’Autorità per gli effetti psicologici e familiari in danno del minore “catturato” davanti ai suoi compagni di scuola”.
“Di sicuro – continua il matrimonialista – il bambino proverà per tutta la vita un senso di vergogna sociale per quanto gli è successo. E se i provvedimenti di giustizia minorile vanno regolarmente emessi nell’interesse prevalente del minore, si può certo affermare che nel caso specifico, al di là di qualsivoglia argomentazione processuale, gli interessi, la dignità e la personalità del bambino sono stati violati in modo imperdonabile”.
Il presidente Gassani spiega: “E’ mancato un raccordo doveroso tra la giustizia minorile e le forze dell’ordine, così evidenziandosi la preoccupante inadeguatezza del nostro sistema giudiziario. I bambini non sono pacchi da prelevare davanti a tutti solo perché un Giudice ha disposto un provvedimento di affidamento”.
Poi un impegno: “L’Ami presenterà un dettagliato esposto al Ministero della Giustizia affinché vengano svolte immediate indagini per fare luce su un caso di giustizia Minorile ch ha già fatto il giro del mondo. Occorre verificare eventuali responsabilità di Magistrati e Forze dell’Ordine, perché un episodio del genere non può essere liquidato come mero incidente o difetto di comunicazione tra le autorità competenti”.
Infine l’avv. Gassani precisa: “Ovviamente, i giudizi definitivi potranno essere dati solo all’esito delle indagini ispettoriali. Resta però l’amara considerazione che nel nostro Paese le vicende familiari sono gestite da un sistema vecchio, impreparato e troppe volte tutt’altro che specializzato. Bene ha fatto la Rai a trasmettere questo filmato. Gli Italiani devono rendersi conto di ciò che può accadere, e questo non è un caso isolato, nelle orrende contese dei figli tra i genitori in guerra”.
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BRAVO!!!!
La vicenda mi ha fatto chiederei: come mai la madre del minore è in libertà?
Da quello che è trapelato nelle notizie giornalistiche, la condotta della madre del minore (per la gravissima malattia cagionata al figlio) è, in astratto, sussumibile nel reato di maltrattamenti (Art. 572 c.p.) e nel reato di lesioni volontarie (art. 582 c.p.). La ricorrenza del fumus commissi delicti e del periculum in mora avrebbero dovuto determinare l’applicazione di misure cautelari personali.
Senza contare che occorre evitare che i reati possano creare ulteriori e più gravi danni. La condotta del minore, le intercettazioni ambientali e la loro divulgazione ad opera della madre, a quanto è dato di capire, sono proprio quei danni che solo la tempestiva repressione dei reati può evitare.
MA OGGI, QUANDO LA CORTE VENEZIANA AVEVA INDICATO LA LUNA, I MEDIA E TUTTI QUANTI STANNO QUI A GUARDARE IL DITO.
Mi pare che sia il tempo di guardare alla luna e, con la forza della decisione veneziana, dare vigore a quei genitori che assistono ancora impotenti alla sottrazione dei propri figli …
avvocato.camaioni@libero.it
Esprimo tutta la mia solidarietà innanzitutto al bambino, vittima di un sistema che non può funzionare in questo modo, irriverente dei diritti dell’infanzia nonchè della personalità umana.
Senza voler entrare nel merito della questione legale, l’accaduto sia un monito per quei genitori che fanno ricadere sui propri figli i loro conflitti usandoli come armi di ricatto per una improbabile risoluzione degli stessi.
Come mamma, come donna, come professionista del settore, rimango turbata dall’esposizione mediatica, ma purtoppo necessaria di eventi di questo tipo, perchè ci inducono a pensare che di certo nella realtà processuale italiana riguardante i minori non sia la prima volta.
Il mio auspicio è che da un video straziante che nessuno avrebbe voluto vedere, dal coro di umana solidariteà per i banmbini vittime di situazioni familiari che li coninvolgono loro malgrado, possa nascere un futuro che migliori innanzituuto le coscienze di genitori in lite tra di loro potendo ricorrere preventivamente all’informazione sui rischi che corrono in tali fattispecie i loro, anzi i ” nostri figli”, maturando così una maggiore attenzione e consapevolezza delle conseguenze derivanti da decisioni dettate da sentimenti spesso di pura vendetta verso il prorpio coniuge.
Infine sposo e condivido le iniziative dell’AMI di cui mi onoro di essere socia e che attraverso la grande umanità e sensibilità del presidente avv. Gianettore Gassani , autorevolmente può, unitamente ai suoi collaboratori, far sentire la propria voce apportando contributi di alta professionalità sulle problematiche riguardanti la tutela dell’infanzia.
Concludo con una citazione del 1987 di Javier Perez de Cuellar, segretario Generale delle Nazioni Unite, New York durante i lavori preparatori della storica CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA la cui stesura è durata quasi 11 anni e che consiste in un documento unico che in 54 articoli, sancisce i diritti dei bambini di tutto il mondo alla sopravvivenza, alla protezione, allo sviluppo e alla partecipazione:
“Il comportamento di una società nei confronti dei bambini non è indicativo soltanto della sua capacità di compassione e protezione umanitaria ma anche del suo desiderio di migliorare la condizione umana per le generazioni future. Ciò è indiscutibilmente vero sia per la comunità delle nazioni che per le nazioni stesse”.
Ringraziando per l’opportunità,
avv. Marcella Abbundo
Sono iscritta all’AMI .
Condivido la censura ,sollevata dall’Avv.Gassani, è tempo di tutela vera dei minori . E’ tempo di smetterla di usare violenza legittimata dagli alibi argomentativi che, via via, riempiono istanze , provvedimenti e comportamenti.
Avv.Rosa Marino