“La triste vicenda della bambina di un piccolo centro della provincia di Torino, maltrattata ripetutamente dal patrigno (con la complicità della madre) per non averlo chiamato «papà», ripropone la delicata questione delle famiglie allargate, che in Italia sono sempre più numerose a seguito dell’aumento di separazioni e divorzi negli ultimi anni”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani.
“Si calcola – afferma l’avv. Gassani – che siano circa 800.000 nel nostro Paese le famiglie composte da “patrigni” e “matrigne”, di cui la legge nulla dice e nulla vieta. In sostanza, è unanimemente accettato, non sussistendo peraltro alcun impedimento giuridico, che l’ex coniuge possa convivere con il nuovo compagno/coniuge sotto lo stesso tetto insieme ai figli nati dal precedente matrimonio”.
E continua: “Tuttavia le dinamiche relazionali e psicologiche di una famiglia allargata sono molto complesse, stante l’alto rischio di confusioni genitoriali in danno dei figli nonché di pericolose invasioni di campo sugli indirizzi educativi che solo i veri genitori hanno il dovere/diritto di impartire ai propri figli”.
“E’ piuttosto frequente – spiega il presidente dell’AMI – che i bambini confondano i ruoli, finendo addirittura per escludere dalla propria sfera sentimentale il vero genitore. Succede infatti che il patrigno o la matrigna, anche inconsapevolmente, si spingano ad assumere compiti, comportamenti e responsabilità che non sono né giuridicamente né moralmente di loro competenza. Così, quando è il bambino a riconoscere l’interferenza e a difendere il suo vero legame genitoriale, può assumere un atteggiamento di netto rifiuto nei confronti dell’«intruso»”.
Inoltre: “Se fosse vero questo increscioso fatto di cronaca, la minore ha subito danni di ogni sorta sul piano psicologico e relazionale. Gli addetti ai lavori, infatti, raccomandano sempre ai patrigni e alle matrigne di non sostituirsi ai veri genitori e di non esercitare indebite potestà genitoriali, bensì di assumere il ruolo di zii o amici di famiglia”.
Infine: Occorre studiare un protocollo di comportamento sul ruolo e i nuovi compagni di coniugi separati o divorziati, i quali devono rappresentare una risorsa e giammai un intralcio o un danno per i bambini”.
Su Questo tema e’ veramente squallido come i tribunali
Siano così superficiali spece quando trattasi di minori
Non danno alcun peso all’età del bimbo alla vita del
Bimbo ma soprattutto la leggerezza a tal punto di dimenticare
La vera famiglia del minore ..
Resto del ‘idea che la maggioranza di casi pesanti
Sia propio causata da queste leggerezze e sottovalutazione
Di ciò che sta vivendo il minore … A mio giudizio un bimbo merita tutto il rispetto necessario ai suoi tempi di crescita !!
Perché devono pagare sempre i figli? Perché gli adulti non si prendono la responsabilità della creazione dei propri figli? Se non siete capaci di risolvere un problema tra adulti (problemi futili che ho riscontrato in
vent’anni di esperienza nelle separazioni matrimoniali), come potete pretendere che un bimbo comprenda un vostro fallimento caratteriale? Se siete troppo egoisti, sentimentalmente, non mettete al mondo dei figli per usarli come abiti alla moda. Come potete pretendere che un giudice possa risolvere un problema che non avete voglia di risolvere?
Il nostro problema e che pur avendo come
Nostro sogno quello di unire le nostre due famiglie ( siamo due divorziati con 5 figli totali ) per problemi economici non abbiamo i soldi da dare come anticipo x affittare una casa grande che ci permetterebbe oltre che di risparmiare rispetto ai due affitti che paghiamo adesso di poter diventare un unica famiglia cosa che desideriamo molto noi come i nostri 5 figli , il comune non ha case grandi da poterci dare in affitto e per poter accedere all affitto privato ci vogliono 5000 euro da dare in anticipo che noi non abbiamo e non sappiamo come poter fare e a chi poterci rivolgere x avere un aiuto saluti