Vorrei un vostro parere relativamente a questa questione: La mia compagna abita sotto lo stesso tetto con me e mia figlia minorenne. La mia compagna è ufficialmente residente con mia figlia presso un’altra abitazione. Io sono ufficialmente residente nell’abitazione dove viviamo tutti e tre. La casa è intestata unicamente a me, il mutuo è intestato a me, tutte le utenze sono intestate a me. Non abbiamo beni in comune. Il rapporto è entrato in crisi e vorrei lasciare la mia compagna. La mia domanda è: quali sono i diritti della mia compagna, specialmente per quanto riguarda la casa? Potrebbe rifiutarsi di uscire di casa? Potrebbe accampare pretese al riguardo, anche economiche?
Compagna, Residenza e Casa di
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Sarebbe importante avere un parere legalein merito, perchè la questione che Lei pone riguarda moltissime famiglie cosidette “ricomposte”. E’ così facile, così easy per un genitore “acquisito”, ossia non biologico, mettere alla porta compagno/a e figli minori? Mi viene in mente il concetto di responsabilità genitoriale, introdotto di recente accomunandoci agli altri paesi UE, e che va a sostituire quello di potestà genitoriale. Cito dal “Sole 24 ore” del 15 luglio 2013: “Infine, in virtù dell’ultimo comma dell’articolo 316 del Codice civile, anche il genitore che non esercita la responsabilità assume il diritto-dovere di vigilare sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio, le cui esigenze divengono, a ogni effetto, delle priorità.” I genitori cosiddetti “acquisiti” ne sono esentati? O è ragionevole pensare che possano riflettere, mediare prima di intervenire sulle condizioni di vita dei minori?
Da un articolo di oggi 5/9 la Cassazione si è pronunciata recentissimamente sulla questione in oggetto, stabilendo che il compagno/a convivente non è da ritenersi mero ospite e vanta dei diritti.
“Convivenza è quasi matrimonio: la casa è tua ma anche un po’ mia.” Il link:
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/simona-napolitani/convivenza-e-quasi-matrimonio-la-casa-1657299/.