Giovedì 21 novembre si è svolto a Bologna il Convegno organizzato da AMI, Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, Emilia Romagna per fare il punto sulla drammatica situazione delle carceri in Italia anche alla luce delle recenti novità legislative.
“L’obiettivo di questo convegno, a cui sono stati conferiti dall’Ordine Forense Bolognese 5 crediti formativi di cui uno in deontologia, è stato quello di affrontare – afferma l’avvocato Katia Lanosa presidente Ami regionale – con grande sensibilità e particolare cautela problematiche estremamente attuali legate alla condizione di estremo disagio dei detenuti, agli aspetti collegati alla loro collocazione nei diversi istituti, alle regole sovente incerte sui colloqui personali con i familiari. Ciò quindi, con particolare riferimento alla Famiglia, che la nostra associazione mira sempre a tutelare, non potendo il recupero del condannato prescindere dalla permanenza e dal mantenimento della vita affettiva. Con ciò evidenziando i problemi collegati all’esecuzione differita della pena che interviene a molta distanza dal reato e che spesso colpisce per pene lievi persone che hanno avuto la capacità di rifarsi una vita e che si trovano per le lungaggini del sistema giudiziario a pagare il proprio debito con estremo ritardo”.
Al tavolo dei relatori oltre alla numero uno di AMI Emilia Romagna, avvocato Katia Lanosa che ha presieduto e moderato l’incontro, Nicola Mazzacuva, presidente Camera Penale di Bologna, Desi Bruno, Garante dei diritti dei detenuti regione Emilia Romagna, Claudia Clementi, Direttrice casa circondariale ‘la Dozza’ di Bologna e della casa circondariale di Pesaro, Fausto Bruzzese, segretario AMI Emilia Romagna, Augusto Borghini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Francesco Maisto, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna. In chiusura Antonio Spinzo, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Bologna che con un appassionato intervento ha parlato di chiamata alle armi della funzione difensiva ponendo l’accento sul ruolo e la deontologia dell’avvocato penalista difensore del detenuto e ricordando ciò che scriveva Pietro Calamandrei L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità.
Nel suo cuore l’avvocato deve mettere da parte i suoi dolori per fare entrare i dolori degli altri. Un imputato alla vigilia della sentenza può avere rimesso il suo destino nelle mani del suo difensore ma l’avvocato in quella vigilia non può essere tranquillo la tragedia dell’imputato si è trasfusa in lui, lo logora lo agita lo lacera ed ancora scriveva sempre Calamandrei molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. Per questo amiamo la toga!
“Bisogna battersi – dice Spinzo – tutti indistintamente perché il carcere non sia un luogo di sopraffazione o di degradazione della personalità ma luogo in cui le persone, ecco l’umanizzazione della pena, siano rispettate come tali, scontino una pena legalmente inflitta, siano messi in grado di cercare di percorrere la via del loro riscatto e del loro reingresso nella comunità dei liberi”
Nell’occasione è stato conferito all’avvocato Antonio Spinzo il titolo di socio onorario AMI, “un attestato – ha detto la Presidente Lanosa – di stima e riconoscenza per l’impegno profuso a favore dell’Associazione”.
Si ringrazia l’emittente radiofonica Radio Radicale che ha seguito l’intero evento e che è possibile riascoltare al seguente link