“La legge sul divorzio compie quarant’anni dall’assurdo referendum che tentò di toglierla di mezzo”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani.
“Questa sacrosanta legge – spiega l’avv. Gassani – ha cambiato molte cose in Italia, a cominciare dal modo di pensare e dai costumi degli italiani. Il matrimonio nel nostro Paese era stato per secoli un’istituzione invincibile e indissolubile, attorno alla quale il sistema penale prevedeva il delitto d’onore mentre soltanto in sede ecclesiastica poteva essere dichiarata la nullità di un matrimonio. Da quando è entrato in vigore il divorzio anche in Italia è diminuito in maniera sensibile e significativa il numero dei matrimoni”.
E precisa: “Nel 1974 si celebrarono circa 430.000 matrimoni. Nel 2012 si sono celebrati appena 210.000 matrimoni. Dal 1974 in poi in Italia ha avuto inizio un veloce e inesorabile cambiamento attraverso una serie di continue riforme del diritto di famiglia, fino ad arrivare a quella imminente denominata “divorzio breve”. Si è passati dai cinque anni di fase di separazione per ottenere il divorzio ad un anno se passa il disegno di legge (9 mesi se non ci sono figli)”.
“La separazione – afferma il matrimonialista – resta ancora un retaggio del passato. Non si ha il coraggio di abrogarla, come è accaduto in tutta Europa, perché si è ipocritamente convinti che questa pausa di riflessione, imposta per legge, possa salvare molti matrimoni. La realtà è che nel 98% dei casi chi chiede la separazione non torna indietro”.
Infine: “Eliminare la separazione significherebbe dimezzare il lavoro dei giudici e i costi e i tempi per i cittadini. E mentre il nostro legislatore studia, gli italiani vanno a divorziare all’estero con procedure snelle e velocissime tipiche dei diritti di famiglia degli altri Paesi”.