Separarsi è certamente un’esperienza molto complessa e dolorosa, che non vede solo la fine dell’affectio coniugalis ma anche il mutamento di un nucleo familiare che, col tempo, si deve rimodulare. Se ciò avviene, compito della coppia genitoriale è quello di tutelare i figli dai problemi inerenti al fallimento della propria unione, smorzando l’impatto emotivo e creando le migliori condizioni affinché sia concretamente salvaguardato il loro diritto alla continuità affettiva e ad un legame saldo e sereno con entrambi i genitori, oltre che con i rispettivi rami parentali. Ovviamente, non è certo la separazione in sé ad essere traumatizzante per i figli, ma il protrarsi di un clima conflittuale tra i genitori e l’essere coinvolti, loro malgrado, in relazioni disfunzionali. Condizione che può aprire la strada a gravi disagi e ad una vera e propria violenza emozionale. Di questo argomento si parlerà nel convegno “Separazioni conflittuali e tutela del minore“,che si terrà presso la sala della Biblioteca “Arnoni“ del Tribunale di Cosenza, alle 16 di domani giovedì 25 settembre 2014.
Organizzato dalla Sezione Distrettuale di Catanzaro degli Avvocati Matrimonialisti Italiani per la tutela delle persone, dei minorenni e della famiglia, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Cosenza, l’evento formativo intende porre l’attenzione su un fenomeno in preoccupante aumento: leseparazioni conflittuali, che minano in modo più o meno grave la vita futura di un bambino. All’evento, moderato dall’addetto stampa dell’AMI, Valerio Caparelli, porterà i saluti il Presidente dell’Ordine degli Avvocati del foro bruzio, Oreste Morcavallo. Dopo l’introduzione della Presidente dell’AMI Calabria,Margherita Corriere, seguiranno gli interventi dello psicologo e criminologo Marco Pingitore, della docente dell’Università della Calabria, Anna Lasso, e della presidente dell’INAMEF (Istituto Nazionale Mediazione Familiare), Teodora Tiziana Rizzo. L’evento, aperto a tutti gratuitamente, dà diritto a 3 crediti formativi.
“La coppia – dichiara la presidente Margherita Corriere – con il supporto valido dell’avvocato matrimonialista, dovrebbe trovare buoni accordi, in particolare su come condividere la genitorialità, dimensione che continua al di là della separazione. I bambini hanno bisogno autentico della bi genitorialità, che è un loro diritto intangibile. Devono essere rassicurati sulla continuità della presenza di entrambi i genitori, del loro affetto e delle loro cure, che, nonostante tutto, continueranno ad avere. Solo così potrà essere mitigato l’impatto doloroso e destabilizzante dell’evento separativo e ci si potrà avviare verso un corretto processo di riequilibrio dei legami. Spesso, però, la conflittualità della coppia impedisce tale tipo di cooperazione tra i genitori, causando notevoli danni psicologico-affettivi nei figli. I sentimenti di rancore verso il partner, il desiderio di risarcimento emotivo, di fargliela pagare in qualche modo, possono condurre la coppia che si separa a farsi la guerra sull’affidamento dei figli, che vengono trattati da meri strumenti di belligeranza.
I figli – prosegue l’avvocato Corriere – possono diventare il mezzo attraverso il quale si esprime la loro lotta: con il mancato versamento dell’assegno di mantenimento, creando difficoltà nella visita al genitore non collocatario o parlando male del coniuge ai figli. Questi, magari, saranno anche coinvolti in pericolose coalizioni a due, rendendosi a loro volta ignare vittime di tali conflitti”.
Il permanere di un’intensa conflittualità tra i partner, anche successivamente alla separazione, e ilcoinvolgimento dei figli in triangolazioni e dinamiche disfunzionali, pone questi ultimi in una condizione di sofferenza e rischio psicopatologico. Il bambino, nel trovarsi implicato nelle dispute, conteso o trascurato, indotto a scegliere con quale genitore schierarsi, vivrà conflitti di lealtà, sentimenti di colpa, abbandono, inadeguatezza e in modo particolare quando un pò più grande di rabbia e rivalsa. Nel bambino possono presentarsi regressioni, disagi relazionali, problemi scolastici, depressione e, nell’adolescente, disturbi d’ansia, isolamento e disagio nelle relazioni. I coniugi, spesso accecati da una forte conflittualità, dovrebbero rendersi conto delle pesanti conseguenze che il permanere in questa condizione crea sulla qualità di vita presente e futura dei propri figli. Le esigenze di questi ultimi, oscurate dal malessere dell’ex coppia coniugale, invece devono balzare in tutta evidenza.
“Compito dell’avvocato matrimonialista formato – conclude la presidente AMI Calabria – è far comprendere alla coppia in crisi che il minore ha diritto a un sereno accesso ad entrambi i genitori, alla continuità del legame con loro e ad un suo completo benessere emotivo e relazionale. Dirimere le questioni a livello giuridico tout-court non può bastare: perché quando lo scontro è acceso e forte si rischia solo una cronicizzazione del conflitto legale e un peggioramento nelle relazioni con la prole”.
QUANTO DETTO SOPRA SONO SOLO CHIACCHIERE DI SALOTTO IN QUANTO E’ LO STESSO GIUDICE ATTRAVERSO PRECONCETTI CHE SI SOSTANZIANO IN UN MANCATO TRATTAMENTO PARITARIO TRA GENITORI A INNESCARE LA CONFLITTUALITA’. NON SI HANNO UGUALI STRUMENTI DI DIFESA ED I TEMPI ED I COSTI D’INTERVENTO SONO TROPPO LUNGHI E COSTOSI. PER NON PARLARE PROPRIO DEL TRIBUNALE DI CATANZARO DOVE A MIO PARERE SI ACCETTA ANCHE LA RACCOMANDAZIONE. DI SOLITO SOTTO I PIEDI SI METTE IL RAPPORTO PADRE FIGLIO E RELATIVI PARENTI E LO SI FA IN MODO INDIRETTO E PROFESSIONALE GRAVANDO DI ECCESSIVI COSTI, NON SOLO ECONOMICI, IL PADRE IN MODO CHE E’ MESSO NELLE CONDIZIONI DI NON POTER ADEMPIERE. STRUMENTI TUTTI CHE LE DONNE CONOSCONO O VENGONO LORO SUGGERITI E CHE SE MALEVOLE ROVINANO PADRE E FIGLIO. TUTTO NELL’ASSOLUTA INERZIA DELLE RELATIVE AUTORITA’. SI PUO’ DIRE CHE UN FIGLIO PUO’ ESSERE VISITATO OGNI GIORNO SALVO A COLLOCARLO SULLA LUNA O QUANDO SI SA CHE PER VISITARLO OCCORRONO SPESE DI VIAGGIO CHE IL PADRE NON PUO’ PERMETTERSI SPESE NON PRESE IN CONSIDERAZIONE E TUTTE A CARICO DEL PADRE. L’ASSEGNO VA RIFERITO AI BISOGNI DEL FIGLIO ANCHE IN BASE ALL’ETA’, DETERMINATO E DISTRIBUITO TRA I GENITORI PROPORZIONALMENTE AL REDDITO. CHI GESTISCE I SOLDI DELL’ASSEGNO DEVE RENDERE CONTO ALL’ALTRO AL FINE DI EVITARE SPECULAZIONI ED UNA MADRE CHE ALLONTANA IN QUALUNQUE MODO IL FIGLIO DAL PADRE VA’ DIFFIDATA E PUNITA SENZA FAR TRASCORRERE TEMPI BIBLICI COME VA’ PUNITO IL PADRE CHE NON VERSA IL GIUSTO E NON ESOSO CONTRIBUTO A LUI SPETTANTE. PER PREVEDERE TALI REGOLE DEVE ESSERE IL LEGISLATORE E NON IL MAGISTRATO. I CITTADINI NON POSSONO MANDARE A CASA UN MAGISTRATO, LO DEBBONO SUBIRE MENTRE LO POSSONO FARE CON UN
DEPUTATO.
“Spesso, però, la conflittualità della coppia impedisce tale tipo di cooperazione tra i genitori, causando notevoli danni psicologico-affettivi nei figli. I sentimenti di rancore verso il partner”: spesso la conflittualità è istigata dalle madri che considerano i figli cosa propria, relegando la presenza del padre a pochi giorni al mese; in quei pochi giorni un padre non può certo stabilire un rapporto proficuo coi figli.