Si è appena concluso a Bologna un ciclo di sei convegni racchiusi sotto un unico titolo “Famiglia, quali riforme?” e aventi ad oggetto tematiche su cui il Nostro legislatore è intervenuto di recente: Procreazione medico assistita, Tribunale per la Famiglia, Negoziazione assistita, Divorzio breve, Ascolto del minore, Mediazione familiare e penale i temi oggetto degli eventi formativi che hanno visto avvicendarsi relatori di chiara fama tra docenti universitari quali Michele Sesta, Carlo Rimini, Enrico Al Mureden, Gianpaolo Impagnatiello, Michele Lupoi, magistrati quali Gustavo Sergio, Ugo Pastore, Alessandra Arceri, Massimiliano Serpi, avvocati come Fausto Sergio Pacifico, Antonio Spinzo, Maria Gloria Basco, Maria Novella Bugetti, Giovanna Ollà, Antonio Gambetti, oltre ad avvocati AMI (Gaetana Paesano, Gianni Baldini, Silvia Capuano, Manuela Tirini) solo per citarne alcuni ma anche tante altre figure professionali quali psicologi, psichiatri, mediatori (Giovanni Battista Camerini, Severo Rosa).
Durante gli appuntamenti formativi, si è trattato delle principali riforme intervenute dopo un lungo periodo di stasi dalle trasformazioni degli anni settanta dove la politica italiana ha dimostrato inerzia e sostanziale indifferenza alle esigenze di trasformazione che provenivano dalla società.
Il primo di questi incontri ha riguardato la “Procreazione medico assistita tra diritto, scienza ed etica” ed è curioso notare che sino a qualche decennio fa se si cercava la voce procreazione in un dizionario giuridico, si trovavano solo riferimenti ai delitti contro la sanità della stirpe e, in particolare al vecchio art. 553 del codice penale (incitamento a pratiche contro la procreazione).
La procreazione assistita, rimasta fino al 2004 priva di una regolamentazione giuridica, è una materia venuta da poco ma prepotentemente alla ribalta del diritto di famiglia, sull’onda delle nuove acquisizioni e possibilità fornite dalla scienza anche se il nodo da sciogliere resta l’acquisizione di un definitivo ed equo equilibrio tra valori costituzionalmente protetti, che l’opinione pubblica ha mostrato essere suscettibili di differenti interpretazioni.
Si è poi fatto il punto sul “Tribunale per la Famiglia”, un tema tanto caro all’AMI, una vera e propria svolta per la tutela dei diritti umani che consentirebbe di salvare l’esperienza dei Tribunali per i Minorenni (oltre alle strutture) e riorganizzare gli uffici con magistrati specializzati nell’ambito di un giusto processo dove il diritto di difesa dovrà essere centrale.
Nel terzo e quarto incontro si è trattato della “Negoziazione assistita nella crisi familiare” e del “Divorzio breve”: tante sono state le riflessioni sulla la “degiurisdizionalizzazione” invocata ad etichetta dall’intervento della Legge 162/2014, che hanno riguardato la problematica del conflitto di interessi in presenza di un solo avvocato, la categoria dei diritti tradizionalmente indisponibili, i rapporti tra negoziazione assistita e filiazione fuori dal matrimonio, la cd. separazione e divorzio fai da te e così via.
Per rispondere alle istanze sociali e alle spinte altrettanto forti provenienti dall’Europa, a fronte dei tanti disegni di legge presentati al Parlamento, l’auspicio è quello che la nuova normativa non comporti involontari effetti distorsivi sui procedimenti civili in materia.
Si è poi proseguito con “l’ascolto del minore tra esigenze e riforme” passando dalle diverse prassi applicative dei Tribunali italiani e internazionali alle novità introdotte dal nuovo codice deontologico per chiudere il ciclo di eventi il 5 marzo con “le relazioni di aiuto alla Famiglia in crisi” ed in particolare trattando della mediazione familiare e penale; di fronte ad un fenomeno complesso come la separazione e il divorzio, dove vengono in rilievo non solo aspetti giuridici ed economici, ma soprattutto rapporti e relazioni personali coinvolgenti spesso anche figli minori, il modello giudiziario si è rilevato inadeguato in quanto basato sulla contrapposizione processuale delle parti, con l’effetto di esasperare gli aspetti distruttivi della crisi e radicalizzare il conflitto tra i coniugi, spesso animati da spirito di rivalsa e pertanto non in grado di riorganizzare le relazioni familiari a causa della rottura del legame familiare. Ecco allora che la collaborazione tra avvocato e mediatore diventa fondamentale trattandosi di due figure diverse ma complementari tra loro.
Tutti e sei i convegni che hanno visto l’attribuzione di 24 crediti formativi di cui 5 in deontologia sono stati particolarmente partecipati e apprezzati; il leit motive degli eventi è stato il percorso evolutivo sociale e la correlativa attività (non sempre lineare e tempestiva) del nostro Legislatore.
Su queste basi di confronto si è dato uno sguardo analitico alle modifiche intervenute in maniera incessante negli ultimi anni, alle riforme attuate, ma anche a quelle da attuare o quelle che auspichiamo diventino realtà nell’ambito di una Famiglia in continua evoluzione e, per certi versi, ormai diversa dai canoni tradizionali.
L’AMI, come sempre, ha dato prova di essere costantemente attiva ed in prima linea verso temi ed argomenti che riguardano la famiglia, non solo dal punto di vista giuridico, ma anche sociale e culturale.
di Katia Lanosa Tesoriere Nazionale e Presidente AMI Emilia Romagna