Non sono bastate le pressioni internazionali, l’incontro fra parlamentari rumeni e governo norvegese, le proteste in tutto il mondo di fronte alle ambasciate norvegesi per far tornare a casa cinque bambini sottratti dai servizi sociali ai genitori, definiti «cristiani radicali», per qualche sculacciata.
DIVIETO DI VISITA. «L’estremismo del governo lascia esterrefatti: sono stati accusati di aver sculacciato i figli e le autorità hanno mutato l’accusa in abuso di minori», spiega a tempi.it l’avvocato Peter Costea, presidente della Alliance for Romania’s Families, contattato dalla famiglia Bodnariu e dal loro avvocato per ottenere un ulteriore supporto legale. «Marius e Ruth non vedono i loro cinque figli dal 16 novembre scorso. Solo il più piccolo, che oggi ha cinque mesi, può incontrare la madre una volta ogni due settimane per qualche ora». Ruth per raggiungerlo deve guidare quasi due ore, «mentre può parlare al telefono alle bambine (di 9 e 7 anni) solo una volta alla settimana per dieci minuti e sotto la sorveglianza delle autorità. Le bambine sono state portate in una città distante da casa quattro ore di macchina. Lo stesso vale per i maschi (di 5 e 2 anni)».
VIOLATE LE LEGGI. A Marius, invece, non è permesso né incontrare i bambini né parlare con loro. «Questo non è un sistema democratico, ma degno di un regime crudele. E che questo avvenga nella sviluppata Europa ha dell’incredibile». Costa spiega che «la punizione non può essere considerata un crimine, come ho scritto all’ambasciatore norvegese in Romania». Secondo le convenzioni internazionali che trattano la materia, «i genitori hanno il diritto di punire ragionevolmente i loro figli». La Norvegia, sostiene l’avvocato, avrebbe violato la Convenzione Onu sui diritti del bambino, che «vieta di separare i figli dai genitori se non in caso di accusa di abusi e sotto riserva di azione giudiziaria».
«GENITORI ECCELLENTI». In questo caso, invece, sono stati sottratti alla famiglia dai servizi sociali. A contattarli era stata la preside della scuola, che dopo una lite fra compagni aveva interrogato le bambine sulla loro famiglia, come da prassi. Le sorelle avevano ammesso che il papà aveva provato a dare loro delle sculacciate: «In tale eventualità il regolamento prevede poi che la scuola contatti le autorità». Eppure la preside stessa, più tardi, si è schierata a favore della famiglia: «È una loro vicina di casa e, come ha testimoniato, sa benissimo che Marius e Ruth sono due genitori eccellenti, anche se ha preferito attenersi alle norme».
LE LETTERE DELLE FIGLIE. Sulle bambine non è stato trovato alcun segno di abuso, né fisico né psicologico: «E, sempre come ha dichiarato la preside, non è stato riscontrato alcun problema scolastico né relazionale», continua l’avvocato. Costea aggiunge che le sorelle hanno scritto alcune lettere ai genitori due mesi fa, «ma sono state consegnate appena qualche giorno fa: imploravano di essere riportate a casa». Non sono state ascoltate: «Sembra anzi di assistere a un braccio di ferro fra il governo norvegese e quello rumeno. Non escludiamo nemmeno una discriminazione etnica».
PROTESTE INTERNAZIONALI. Dopo aver analizzato decine di documenti, l’avvocato si è soffermato su una petizione firmata da genitori di tutto il mondo i cui figli sono stati sottratti dai servizi sociali norvegesi e «mi sono accorto che erano tutti immigrati dall’Est». Inoltre, come ha ricordato Andreas Hegertun, leader del movimento pentecostale norvegese intervenuto nella vicenda, «la maggior parte delle famiglie con cui i servizi sociali sono in contatto non si sono viste portare via i figli. Al limite hanno dovuto partecipare a corsi educativi su come evitare punizioni corporali o sculacciate». Intanto continuano le manifestazioni della comunità rumena che si sono svolte in Polonia, Russia e Canada «con circa 15 mila persone a manifestare in otto città del mondo. E sono previste altre cinque proteste in attesa del processo di marzo, di cui non è ancora stata stabilita una data esatta». A marzo, inoltre, Marius e Ruth saranno sottoposti a una perizia psicologica per stabilire la loro idoneità di genitori.
tratto da
Norvegia. Hanno sottratto a Marius e Ruth i cinque figli anche se sono «genitori eccellenti»