di Marina Crisafi – A volte ritornano. E così è stato per il divorzio “diretto”, cui si era pensato di dover dire definitivamente addio dopo lo stralcio al Senato nel corso dei lavori per l”approvazione della riforma sul divorzio breve. La proposta, presentata sotto forma di emendamento, a quella che poi è diventata la legge n. 55/2015, qualcuno ricorderà, era stata stralciata (su proposta della stessa relatrice, la senatrice pieddina Filippin), al fine di una rapida approvazione del provvedimento, date le polemiche e i contrasti che avevano accompagnato l”avvio della discussione in assemblea (leggi: Divorzio breve, no del Senato all”immediato).
Dopo quel “sacrificio”, nessuno ci pensava più e anche se era stato annunciato che la norma avrebbe proseguito il suo cammino sotto forma di disegno di legge autonomo, in molti ritenevano che fosse caduta definitivamente nel dimenticatoio.
Invece, il ddl n. 1504-bis (qui sotto allegato) si è incamminato in Parlamento approdando in questi giorni, dopo i pareri delle commissioni affari istituzionali e bilancio, all”esame della commissione giustizia del Senato.
Il testo è composto da un unico significativo articolo che mira ad introdurre dopo l”art. 3 della legge sul divorzio (l. n. 898/1970), un art. 3-bis contenente la previsione che entrambi i coniugi possano “con ricorso congiunto” e anche “in assenza di separazione legale” chiedere lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Si bypasserebbe così di fatto l”istituto della separazione e dunque i tempi previsti (oggi dopo la riforma di 6 o 12 mesi) per poter chiedere il divorzio.
Il tutto però soltanto, se non vi sono “figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero figli di età inferiore ai ventisei anni economicamente non autosufficienti”.
Se sarà la volta buona è ancora presto per stabilirlo, intanto, il ddl sta proseguendo il suo cammino.
Fonte: In arrivo il divorzio diretto
(www.StudioCataldi.it)