Coppie che smettono di far sesso. Matrimoni bianchi, relazioni all’interno delle quali non c’è la presenza di alcuna forma di erotismo, presentate come un fenomeno in costante aumento nel nostro Paese. Secondo l’Ami (Associazione matrimonialisti italiani), sarebbero circa il 30% della popolazione. Questo fenomeno, inoltre, rappresenterebbe la fine di una storia d’amore in circa il 20% delle separazioni. Al presidente dell’Ami, l’avvocato Gian Ettore Gassani abbiamo chiesto come nascono queste situazioni e, soprattutto, quali possono essere le conseguenze giuridiche.
«Si parla del 30% di coppie che non ha una vita sessuale o che ha una vita sessuale assolutamente non appagante, con rapporti molto rari, situazione che va a minare le fondamenta del matrimonio o comunque della coppia di fatto» spiega Gassani. Incontrovertibile il ruolo fondamentale della sessualità nella stabilità di una coppia. «Purtroppo sono queste le situazioni per le quali (sovente) si tradisce o si arriva in tribunale. Ma la cosa più incredibile è che la mancanza di interesse alla sessualità non dipende dalle donne ma sono soprattutto gli uomini». In parole povere «non sono le donne ma gli uomini ad avere il mal di testa, contravvenendo agli stereotipi del maschio italiano: non siamo più il Paese dei latin lover». L’altro dato sconfortante prosegue Gassani «è che un trend significativo affetto dalla problematica riguarda le coppie dai 30 ai 40 anni, cioè non parliamo di gente anziana ma di persone giovani pronte a girarsi dall’altra parte del letto e dormire…». Dunque «ci sono moltissime procedure in Italia che hanno come oggetto la totale (o quasi totale) mancanza di rapporti oppure di casi di gente che vive la sessualità come un dovere, come se dovesse svolgere un compitino, un obbligo coniugale. La sessualità non può essere vissuta come un dovere e se così è non ha senso soprattutto considerate le forme di impotenza derivanti da sostanze stupefacenti dall’uso di alcol o problemi di carattere psicologico che sovente non sono riconosciti dagli uomini. Se la donna ha una vaginite, facciamo un esempio, va dal ginecologo. Ma l’uomo impotente, per ignoranza e per orgoglio, ha remore ad andare dal sessuologo o dall’andrologo. Per cui nonostante il richiamo del partner a farsi visitare, dagli atti processuali emerge che, benché invitati questi uomini non hanno fatto nulla per risolvere un problema». A questo punto si giustifica l’eventuale intervento del giudice perché, afferma Gassani «la mancanza di sessualità porta all’impossibilità di avere bambini, per cui non è solo la questione sessuale legata al piacere fisico, ma quando si tratta di procreare la cosa si fa ancora più seria. Neanche i nuovi farmaci (viagra) risolvono i problemi perché spesso questi uomini non vogliono neanche assumerli». Un dato quello delle coppie bianche che spiegherebbe l’aumento esponenziale delle infedeltà, soprattutto da parte delle donne che tradiscono anche più degli uomini. «Non è un tradimento nato da un capriccio – chiosa il presidente Ami – ma dall’insoddisfazione sessuale durata per anni. Tutto questo deve essere considerato dagli psicologi che vengono coinvolti nelle procedure, dai giudici anche ai fini di una attribuzione di responsabilità. La legge, da una parte, prevede che non si possa parlare di un vero obbligo coniugare (la cosiddetta “copula”), tuttavia è un diritto costituzionalmente garantito quello alla salute ed è ormai provato che una sessualità normale è importante per questo. La mancata sessualità può produrre danni fisiologici. Se il giudice ravvisa una totale indifferenza da parte di uno dei due coniugi verso le richieste sessuali dell’altro può scattare l’addebito».
Quale sarà la ratio in questi casi? «Se non si hanno rapporti col partner non si può recriminare sul fatto che il partner abbia un altro o un’altra. È il soggetto stesso che crea i presupposti per l’infedeltà quindi per la disgregazione familiare. Un conto è tradire un buon marito o una buona moglie, a quel punto c’è una responsabilità, un altro conto è tradire un coniuge che non ha manifestato alcun tipo d’interesse. Serve come indizio nel caso di infedeltà. Se dimostro, ad esempio, che il marito era indifferente e la moglie sarà beccata con un altro di sicuro il giudice non condannerà la moglie se essa dimostra che la coppia non aveva vita sessuale. Non è soltanto una curiosità antropologica – chiude Gassani – ma ci sono innumerevoli risvolti finendo in tribunale o davanti alla Sacra Rota».
Fonte: Coppie bianche: in Italia sono il 30% e per lo più giovani
(www.StudioCataldi.it)