Lo dice la sentenza del Tribunale di Roma, del 23 dicembre 2017: il giudice ha condannato una madre a togliere dalla Rete tutte le immagini relative al figlio di 16 anni. Nel caso non rispettasse la sentenza, dovrà versare al giovane 10mila euro.
Dietro alla condanna, le lamentele del ragazzo, che più di una volta aveva protestato per l’atteggiamento dei genitori, coinvolti in una causa di separazione, che avevano pubblicato sul web dettagli della vicenda giudiziaria. Dettagli che, a parere del giovane, lo hanno messo a disagio, tanto da chiedere al giudice di potersi trasferire in America per proseguire gli studi e “rifarsi una vita”.
Il caso che ha generato la sentenza è quello di un sedicenne che ha chiesto un intervento contro sua madre, affetta dal vizietto dei post e commenti a lui dedicati. Ma giustizia è stata fatta: se la donna dovesse insistere, dovrà pagare profumatamente. L’episodio rappresenta un precedente unico in Italia e può costituire un esempio in tema di tutela dei minori.
Il ragazzo coinvolto aveva esposto numerose lamentele a causa delle controversie giudiziarie tra i genitori, tanto da arrivare alla decisione di proseguire gli studi negli Stati Uniti.
Si tratta di un precedente unico nel nostro Paese per la tutela dei minori, anche se sono parecchie le decisioni che hanno costretto genitori a disattivare i profili social dei figli o a rimuoverne le foto pubblicate nelle proprie pagine. E, in aggiunta a quanto stabilito dal tribunale di Roma, le disposizioni che regolano la gestione dell’immagine dei minori entrano anche nelle condizioni per separazioni e divorzi.
Il riferimento giuridico che ha portato alla decisione è contenuto nell’articolo 96 della legge sul diritto d’autore che prevede che il ritratto di una persona non possa essere esposto senza il suo consenso, salve eccezioni. Senza contare che i minori godono di una tutela rafforzata data dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata nel 1989.
Una qualsiasi fotografia, essendo un dato personale non può essere diffusa se non c’è l’autorizzazione dell’interessato. In più i minori sono protetti dalla tutela dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 176/1991.
Ai genitori, che hanno un dovere di cura e di educazione nei confronti dei figli, spetta anche la corretta gestione della loro immagine pubblica, per evitare la sovraesposizione sui social.