La Cassazione, con la sentenza del 19 febbraio 2018, ha ribadito un principio noto: i figli hanno diritto di mantenere (se le risorse dei genitori lo permettono) il tenore di vita consentito dalle condizioni economiche dei genitori e, in particolare, quel tenore di vita di cui avrebbero goduto se i genitori non si fossero separati; l’assegno deve coprire non solo l’essenziale ma tutte le esigenze del figlio, anche quelle sociali. Ovviamente questo principio deve tenere conto anche del fatto che, per effetto della disgregazione della coppia, raddoppiano le spese e che il figlio sarà tenuto a subire qualche privazione economica se la nuova situazione familiare lo impone.
La Corte ha puntualizzato che nel determinare il contributo per il mantenimento dei figli bisogna tenere conto di una pluralità di fattori diversi da quelli legati al semplice sostentamento.
Vanno cioè tenuti presente anche esigenze relative all’abitazione, alla scuola, allo sport all’ambito sanitario e sociale “con la precisazione che i figli hanno il diritto di mantenere il tenore di vita loro consentito dai proventi dai proventi e dalle disponibilità concrete di entrambi i genitori”, quelle condizioni cioè nelle quali i figli avrebbero vissuto se l’unione dei genitori non si fosse interrotta.
Avv. Claudio Sansò
Presidente AMI SALERNO
Coordinatore Nazionale AMI
QUESTI SEMPRE PIU’ IDIOTI DEGLI ERMELLINI NON SI RENDONO CONTO CHE COSì NON FANNO ALTRO CHE METTTERE IN PIEDI, IN FAMIGLIA, TUTTA UNA SERIE DI RICATTI, SIA DAI FIGLI E SIA DAL CONIUGE (MOGLIE!!!!!!!!!!) PERCEPENTE GLI ALIMENTI, TENDENTI SOLO A SFALDARE ANCORA DI PIU’ I RAPPORTI E, DI CONSEGUENZA, A SBRICIOLARE SEMPRE PIU’ DIRITTO E LIVELLO SOCIALE.
QUESTI SPORCHI GIUSTIZIALISTI!!!!!!!!