Venerdì scorso, 1 dicembre, sono andato a Lamezia Terme (CZ) per partecipare al primo anniversario della prematura morte di Rosangela De Grazia.
Mi hanno accompagnato le colleghe Antonella Pierri, Michela De Vivo, Maria Rosaria Della Corte, Fernando Spirito e mio figlio Dino.
Viaggio in treno, puntualissimo.
Arrivati in terra calabra, siamo stati “scortati” fino alla chiesa della Pietà di Lamezia. Era gremitissima.
Ho visto tanta gente, composta e commossa, che non ha voluto mancare con la sacralità di un momento triste, ma anche per certi versi esaltante.
Non avevo mai visto prima una cosa del genere per un anniversario. Segno, questo, di quanto abbia lasciato Rosangela nei cuori dell’intera comunità Lametina e calabrese (e oltre).
Ci attendevano lì Mario Ruffo, mio fraterno amico, e la famiglia De Grazia.
Il dolore che ha colpito questa prestigiosa famiglia è immenso e lo sarà per sempre.
Benito Romano De Grazia è un magistrato di Cassazione di grande valore.
Per me è stato un onore conoscerlo, grazie a Mario Ruffo.
E’ un padre distrutto dal dolore più grande che un uomo possa sopportare: la morte di un figlio. E’ un padre che dice sempre:” è morto il mio cucciolo”….
Ma ha mantenuto tutta la dignità e tutta la compostezza che solo un grande può conservare.
Rosangela era persona speciale e lo hanno ricordato tutti. Mario ne era follemente innamorato.
Rosangela era una donna bellissima, con due occhi azzurri come il suo mare di Calabria, e soprattutto un sorriso del tutto particolare. Era una persona dinamica ed onesta, aperta alla vita e all’impegno civile e sociale. Credeva in un un mondo diverso,senza sopraffazioni, senza mafia. Una vera cristiana.
E’ stata “un raggio di sole nella vita di Mario” e di tutti quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla.
Ho visto tanta gente piangere in quella chiesa. Segno di un mondo antico in cui i valori sono ancora vivi.
Accanto all’immagine di una Calabria abbandonata al proprio destino, ostaggio della mafia locale, vi è anche quella sana e civile rappresentata da Rosangela e da chi l’ha amata e l’amerà per sempre.
I Colleghi del laboratorio di biologia molecolare del presidio ospedaliero Pugliese-Ciaccio di Catanzaro hanno voluto ricordare Rosangela, intitolandoLe una sala analisi, proprio il 30 novembre, giorno della sua nascita.
Mario Ruffo avrebbe dovuto sposare Rosangela, ma un brutto male ha colpito a tradimento “il suo raggio di sole”. Tragico e beffardo destino. Ma l’amore non finisce con la morte.
Ho preso un impegno solenne con la Famiglia De Grazia e con Mario Ruffo.
A Salerno fonderemo un centro studi in memoria di Rosangela e del suo impegno civile.
Gian Ettore Gassani