Il parere della matrimonialista: si possono rivolgere alla Procura minorile
di RITA SCHENA
BARI – L’appello del generale Figliuolo alla responsabilità dei genitori nel far vaccinare i figli minori in parte è apparso come una sorta di monito. Come a indicare una necessità sociale, senza nascondersi dietro a scuse di alcun fondamento scientifico. Perché il dibattito no vax è molto intenso e ora con le aperture della campagna vaccinale per i più piccoli rischia di tracimare oltre la libera scelta ed imporre decisioni anche ai figli. Una ipotesi che può aprire scenari complessi di conflittualità sia all’interno della coppia, sia tra genitori e figli. Rosa Angela Martucci Zecca è un avvocato matrimonialista di grande esperienza, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti (Ami) Puglia sezione distrettuale di Bari. Dal suo studio sono passate tante coppie con le loro storie e dolori, la sua riflessione sulle ipotesi di conflitto che si potrebbero accendere è dettata dalla lunga esperienza accumulata. Avvocato, gli scenari che potremo incominciare a delineare sono essenzialmente due: che succede se i genitori non sono concordi nel far vaccinare un figlio? Si potrà arrivare a conflitti davanti al giudice anche in coppie non separate? E inoltre: la salute di un minore ha garanzie tali che possano bypassare le decisioni dei genitori? In pratica, un ragazzo ha la possibilità di appellarsi a qualcuno se vuole vaccinarsi anche contro il parere dei suoi genitori? «La scelta di vaccinare un minore deve avere il consenso di entrambi i genitori che esercitano congiuntamente la responsabilità genitoriale (ove i genitori siano stati dichiarati decaduti dalla responsabilità sarà compito del tutore prestare il consenso). È abbastanza prevedibile che la scelta di sottoporre o meno un figlio a vaccinazione possa creare contrasto all’interno della coppia, sia se di genitori separati sia se uniti, ove uno dei due sia no vax e l’altro pro vax.
Per dirimere tale conflitto il genitore favorevole alla vaccinazione del figlio, che – ad oggi – è facoltativa, può adire il Tribunale che, sentito il minore, decide. È una norma che trova fondamento nella Convenzione di New York del 1989 (Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia) e nella Convenzione di Strasburgo del 1996 (Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli) quella di ascoltare i minori che abbiano compiuto 12 anni, ma anche di età inferiore che abbiano capacità di discernimento, nelle procedure che li riguardano, al fine di arrivare ad individuare il provvedimento più idoneo in ossequio al principio del “best interest of the child”» E se i due genitori sono in fase di separazione? «Nell’ipotesi in cui tra i genitori sia pendente un giudizio di separazione e divorzio ed insorga la necessità di dirimere il contrasto relativo alla vaccinazione anticovid 19, secondo me, il giudice del conflitto familiare – richiesto – dovrebbe dichiarare la propria incompetenza funzionale a favore del giudice tutelare in quanto si verte non già su scelte educative, ma su scelte che hanno un impatto diretto sulla salute del minore che – di fatto – è un incapace da proteggere ». E cosa può succedere se un ragazzo vuole vaccinarsi in contrasto con le decisioni dei propri genitori? «Diversa è la circostanza che vede il minore favorevole a sottoporsi alla vaccinazione anticovid 19 in difformità dalla volontà dei genitori no vax. Gli adolescenti, infatti, sono quelli che hanno patito più di tutti, in questo anno e mezzo di pandemia, le limitazioni connesse alla salvaguardia della salute della collettività. In particolare i ragazzi, difformemente da noi adulti che abbiamo raggiunto maturità e stabilità di vita, hanno saltato un passaggio essenziale della loro crescita perché è stata negata la socialità e la condivisione che sono aspetti fondamentali ed indispensabili per un armonico sviluppo psichico della loro personalità in formazione. Mi consta che per gli adolescenti la vaccinazione rappresenti non solo la possibilità di recupero della propria normalità ma anche un gesto di responsabilità sociale.
Pertanto i minori devono sapere che è loro diritto decidere di vaccinarsi e ritengo che possano raggiungere tale obiettivo recandosi presso l’Ufficio Interventi Civili della Procura minorile che, in un verbale di ascolto, cristallizza la loro volontà consentendo alla Procura minorile di chiedere l’apertura di un procedimento presso il Tribunale per i Minorenni che, a sua volta, nominerà un curatore speciale che sosterrà l’istanza del minore». Per quanto il percorso possa sembrare lineare, rivolgersi ad una Procura è sicuramente complesso per un ragazzino. Sarebbe bello che il minore possa avere ben chiaro un ufficio comunale dove rivolgersi, senza dimenticare che per un adolescente un ulteriore spazio di diritti è il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, al quale il ragazzo si può sempre rivolgere. Certo che i tanti no vax, anche se al momento sono una netta minoranza sociale, possono rappresentare un problema al raggiungimento alla percentuale di vaccinati per l’immunità di gregge. Un numero che al contrario può tutelare anche chi è per motivi di salute impossibilitato a vaccinarsi. Ecco perché è così necessario parlare e trovare soluzioni che sappiano far prevalere la salute pubblica sulla libertà di scelta del singolo. «Ipotizzo che, qualora la vaccinazione dei minori fosse ampiamente ostacolata da parte dei genitori, potrebbe divenire necessario renderla obbligatoria e tanto ricadrebbe nella disposizione dell’art. 32 della Costituzione che prevede che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”».