LA REGIONE PIEMONTE PAGA IL LATTE IN POLVERE

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Il Piemonte garantirà il latte in polvere alle mamme che non possono nutrire al seno i loro bimbi. Il Consiglio ha dato parere favorevole all’ordine del giorno che ha come prima firmataria l’ex assessore comunale ai Servizi educativi, Paola Pozzi, oggi consigliera Ds in Regione: «Latte artificiale, alimento indispensabile». Come per i celiaci – che dal Piemonte ricevono già un assegno per gli alimenti liberi da «contaminazioni» – così quella minoranza di neomamme senza latte non sarà più costretta a spendere ogni mese un patrimonio in prodotti confezionati, da diluire in acqua o pronti all’uso nei tetrapack da mezzo litro.


Il progetto – progetto di civiltà – che «a questo punto dovrebbe superare senza ostacoli il passaggio in giunta per la traduzione operativa», rientra nei disegni di cambiamento del Piano socio sanitario regionale discusso pochi giorni fa. Naturalmente, «il latte gratis sarà garantito solo alle mamme che non possono allattare naturalmente». Perché chi sceglie di non farlo, pur avendone la possibilità, non avrà bonus.


Dice Paola Pozzi: «Conosciamo tutti perfettamente l’importanza dell’allattamento al seno e non la mettiamo minimamente in dubbio. Riconosciamo pure che il Piemonte è stata una delle prime regioni a sostenerlo espressamente. Dobbiamo però prendere contemporaneamente atto che un certo numero di madri non può allattare, a causa di malattie particolari, o semplicemente perché non ha latte a sufficienza. Ma anche per i figli di queste donne resta un alimento indispensabile». Il Piemonte è probabilmente la prima regione d’Italia a far propria una proposta simile, pochi mesi dopo le ultime roventi polemiche sul caro-prezzi dei prodotti in polvere stipati sugli scaffali di ipermercati e farmacie. A un anno dall’intervento del ministro della Salute che aveva invocato una riduzione dei prezzi, un’inchiesta de La Stampa aveva rilevato che, in realtà, lo sconto dei prodotti «griffati» era comunque minimo. E ancor oggi, per un confezione da 900 grammi, si spendono oltre 20 euro, quando si tratta delle marche più note.


I costi, appunto. L’assessore alla Sanità, Eleonora Artesio, ha dato disposizione agli uffici di quantificare l’impegno economico che il Piemonte dovrà affrontare. «Stiamo valutando anche le modalità migliori per l’applicazione di quest’ordine accolto in Consiglio – spiega -: un assegno mensile valido per tutte le mamme, indipendentemente dalla fascia di reddito, oppure una fornitura diretta attraverso le Asl, come qualcuno ha suggerito». Sembra chiaro che il problema dei costi non sia, in questo momento, un ostacolo insuperabile. Conta più la volontà di garantire un diritto. «E la volontà di non creare differenze con chi, ad esempio, vive il problema della celiachia, e dalla Regione ha ottenuto già da diverso tempo la possibilità di acquistare gli alimenti dedicati, sia in farmacia sia nei supermarket», riflette ancora la Artesio.


Calcolando che in tutto il Piemonte, ogni anno, nascono circa 36 mila bambini, il 15 per cento di mamme senza latte significa poco più di cinquemila, considerando che il problema si ripete identico per i secondi e i terzi figli. Quando diventerà operativo il provvedimento? I tempi sono quelli del nuovo piano sanitario. Sicuramente non prima del 2008. Ma la conquista piace ai pediatri, che condividono l’importanza di un controllo e di una dichiarazione per scoraggiare da subito chi pensa di approfittarne. E’ possibile che l’assegno concesso alle mamme – se questa sarà la scelta compiuta, piuttosto della consegna diretta – avrà un tetto di spesa entro il quale ogni famiglia dovrà stare.


fonte: Quotidiano “La Stampa”

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