Al secondo appuntamento del master in diritto di famiglia con processo simulato organizzato dall’A.M.I. al Grand Hotel di Salerno (4 aprile-30 maggio) è stata ribadita con forza, dal presidente nazionale Gian Ettore Gassani, la volontà dell’associazione di costituire, con sezioni distrettuali, il Tribunale della Famiglia. “Le statistiche sulla durata eccessiva delle cause di separazione e divorzio – ha detto Gassani – ripropongono l’annosa questione dell’assoluta carenza organizzativa e strutturale del sistema giustizia in Italia. In primo luogo urge la specializzazione obbligatoria dei magistrati nelle delicate materie familiari e minorili; in secondo luogo appare del tutto necessario eliminare la pericolosa frammentazione delle competenze e delle giurisdizioni che genera soltanto ritardi, incertezze e confusioni. In Italia esistono il Tribunale per i Minorenni, il Tribunale Ordinario ed il Giudice Tutelare. Questi tre giudici si occupano della stessa materia, intervenendo sovente nelle medesime vicende familiari e/o minorili, emettendo peraltro non di rado provvedimenti contraddittori e discordanti tra essi. Il Tribunale per i Minorenni si occupa dei figli naturali, cioè di quelli nati fuori dal matrimonio; di sospensione e decadenza di potestà (oggi anche di assegni di mantenimento); di adozioni. Il Giudice Ordinario si occupa di separazioni e divorzi. Ma entrambi i Giudici, Minorile ed Ordinario, entrano nelle questioni patologiche delle famiglie in difficoltà. Idem per il Giudice Tutelare che oggi appare veramente come un “ramo secco” della Giustizia. Dunque la posizione dell’A.M.I. è chiara: occorre creare il Tribunale della Famiglia che avochi a sé tutta la materia eliminando dallo scenario giudiziario le competenze del Tribunale Ordinario e del Giudice Tutelare, oramai inidonei a trattare velocemente e con la necessaria specializzazione le vicende familiari e minorili nel quadro del radicale e continuo cambiamento dei costumi e del diritto. Un nuovo e moderno Giudice, il Tribunale della Famiglia, super specializzato che si occupi di ogni e qualunque vicenda familiare e di qualsiasi minorenne, eliminando finalmente l’odiosa differenziazione tra famiglie ‘legittime’ e ‘di fatto’ e tra figli ‘legittimi’ e figli ‘naturali’. Questa è l’unica vera riforma attuabile al fine di ridurre tempi e costi delle procedure e garantire al cittadino il miglior prodotto giurisdizionale possibile. L’A.M.I. dunque chiede un nuovo Giudice del tutto distaccato, anche logisticamente, dagli ordinari Uffici Giudiziari, che rispetti la dignità e la riservatezza delle persone, che sia di supporto ai soggetti deboli, che fornisca risposte di giustizia in tempi ragionevolmente rapidi, che elimini ogni discriminazione. Questa potrebbe essere l’unica soluzione per ridurre sensibilmente lo sconforto ed il senso di impotenza dei tantissimi cittadini coinvolti nelle separazioni, nei divorzi e ed in tutte le altre vicende familiari”. A seguire le relazioni del dottore Davide Amendola (psichiatra, direttore Isppref Salerno) sul tema “Le origini ed i rimedi del conflitto coniugale e familiare”, del professore Paolo Apolito (docente di antropologia culturale università di Salerno e Roma Tre) sul tema “La famiglia e le sue trasformazioni culturali” e dell’avvocato Luigi Gassani (presidente A.M.I. sez. distrettuale di Salerno) sul tema “Il ruolo del difensore nelle procedure familiari”. Il dibattito ha chiuso il secondo appuntamento di venerdì 11 aprile.