Il Centro Studi dell’Associazione Matrimonialisti Italiani per la tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia diffonde i dati dell’indagine condotta con i maggiori istituti di ricerca itliani e con il contributo delle associazioni delle categorie coinvolte.
“Lo spaccato che emerge è inquietante”, dice il presidente avvocato Gian Ettore Gassani: “I delitti commessi dai minori in Italia dal 1992 non solo sono aumentati in termini quantitativi ma hanno subito una trasformazione qualitativa: il terreno fertile della criminalità minorile è senz’altro il bullismo imperante contro il quale ancora oggi non sono state adottate misure adeguate, complice anche la latitanza di molte famiglie, assolutamente disimpegnate rispetto al processo educativo dei figli od addirittura complici delle loro gesta. L’adultismo dei nostri ragazzi, fenomeno trasversale che coinvolge i minorenni di tutte le zone d’Italia e di tutte le fasce sociali, ha prodotto il fenomeno dei reati a sfondo sessuali, anche di gruppo, da parte di molti infraquattordicenni. La sessualità viene vista come un gioco per sentirsi grandi, la prevaricazione nei confronti del soggetto debole è la parola d’ordine. Molti minorenni non hanno alcun rispetto delle regole e delle istituzioni. Esistono vere e proprie mini associazioni criminali organizzate dai minorenni finalizzate a reati contro il patrimonio. La giustizia minorile di fronte a questo aumento dei reati è al collasso: l’elevato numero di processi, lo scarso numero di magistrati del settore, l’insufficienza di molti servizi sociali concorrono a creare l’attuale situazione emergenziale. E’ indubbio che l’elevato numero delle separazioni e dei divorzi abbia prodotto una diffusione del disagio minorile”.
Di seguito l’indagine del Centro Studi A.M.I.:
1) Il numero di vittime di età inferiore a 14 anni è passato dal +1.4% del triennio ‘92-‘94, al +4% del triennio 2004-2006.
2) Nel triennio 2004-2006 si è registrato un maggior numero di ragazze uccise dall’età inferiore a 14 anni nel Centro Nord (0,3%) mentre nel Sud e Isole è stato di gran lunga maggiore il numero delle vittime di sesso maschile con età inferiore a 14 anni (0,8%).
3) Numero degli autori (indipendentemente dall’età) nel triennio 2000-2006: prevale un solo autore nel Centro Nord (64,8%); più di tre autori contemporaneamente (22,0%) nel Sud e Isole.
4) L’autore nel 3,3% dei casi ha tra i 14 ed i 17 anni; nello 0,1% dei casi ha età minore a 14 anni.
5) Le vittime sono maggiormente a rischio fino all’età di 14 anni (12,5% al Centro Nord) mentre al sud e nelle isole sono maggiormente a rischio tra i 14 ed i 17 anni (14,3%) .
6) Trasformazione della famiglia dal 1993 al 2005: la percentuale dei genitori di ragazzi fino a 17 anni in stato di occupazione lavorativa è passata dal 36,3% al 43,4% (fonte Eures 2008).
a. Dal 1995 al 2005 le separazioni sono aumentate del 57,3%, i divorzi maggiori del 74%.
Nell’80,7% la maggior parte dei bambini vive con un solo genitore (Eurispes 2007).
b. Il 61,4% delle donne che ha subito violenze ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più di questi episodi (Istat 2007).
7) Indagine A.M.I., realizzata in collaborazione con associazioni pediatriche su un campione di oltre 2.500 minori:
“Perché secondo te a volte si è portati ad assumere comportamenti rischiosi (fumare canne, ubriacarsi, guidare la macchina o la moto senza patente, rubare oggetti in un negozio, avere rapporti sessuali non protetti, guidare il motorino senza casco, fare a botte, fare i graffiti, fare un piercing o un tatuaggio)?”
Risposte:
a. per dimostrare a se stessi di essere coraggiosi;
b. per sentirsi grandi;
c. per sfida con gli amici;
d. per provare a se stessi il proprio coraggio;
e. per essere leader del gruppo;
f. perché è divertente;
g. per vincere la noia;
h. perché vivo con mia madre e faccio quello che voglio;
i. perché mio padre fa così con mamma;