SCIENZA IN TV: IL CASO DEI RIS

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Il 3 giugno la dott.ssa Cesira Cruciani responsabile del Centro Studi in Scienze Criminologico Forensi dell’AMI di Roma, insieme alle colleghe criminologhe dott.ssa Gabriella Salvatore ed alla dott.ssa Simona Ruffini hanno partecipato al convegno “Scienza in tv: il caso dei RIS” organizzato dalla SGP Master di Comunicazione Scientifica presso l’Istituto di Genetica dell’Università La Sapienza di Roma. 


 


Dopo il successo editoriale e televisivo ottenuto con il suo primo libro Delitti imperfetti, da cui è stata tratta una fortunata serie  televisiva, Luciano Garofano, comandante del Reparto Investigativo Scientifico (Ris) di Parma, è tornato a svelare i segreti dell’investigazione scientifica con un nuovo libro “Delitti imperfetti atto II”.


 


Il colonnello Luciano Garofano Gentile, elegante, raffinato potrebbe essere scambiato per uno degli attori che hanno interpretato la fortunata  serie televisiva tratta dal suo primo libro se non fosse che lui, diversamente dagli attori, non ama e non può concedersi al pubblico perché, come sostiene, “La segretezza, il distacco e la discrezione devono diventare la seconda natura di chi dirige una squadra di investigazioni scientifiche costantemente in primo piano, spesso letteralmente braccata dai media”.


 


Ha deciso di mettere nero su bianco molti segreti del suo lavoro, a farlo decidere in tal senso la convinzione che quelli che sono i “segreti” e cioè gli strumenti di lavoro dei RIS, siano ormai arcinoti al grande pubblico. Serie televisive come CSI e molti siti internet specializzati hanno svelato ben più di quanto sarebbe stato opportuno divulgare. E comunque, nei libri sono stati tratti esclusivamente casi conclusi in modo definitivo, i cui atti processuali sono orma pubblici.


 


Ha piegato al convegno, come si arrivi alla soluzione di fatti delittuosi tremendi, in modo da attenuare il  timore, che va diffondendosi sempre più a mano a mano che i media si fanno più aggressivi ed espliciti, che chiunque possa colpire e farla franca. Divulgando informazioni tecniche sul lavoro dei RIS c’è anche la speranza che i giovani ne siano conquistati e decidano di accostarsi a questa professione.


 


A Parma sono stati istituiti corsi post laurea per il conseguimento di un “Master di secondo livello in scienze forensi”. I  grandi casi giudiziari di questi ultimi anni, il caso di Cogne o la tragedia di Novi Ligure fino a quello, del sequestro di Tommaso Onofri, hanno acceso i riflettori sul RIS, la squadra che, insieme a reparti analoghi a Roma, a Messina, a Cagliari, fa parte del RaCIS, il Raggruppamento Carabinieri per le Investigazioni Scientifiche con sede a Roma. E il RaCIS si avvale anche di personale civile con  competenze tecnico scientifiche.  


 


Il colonnello Garofano è figlio di un ufficiale dei carabinieri ma non aveva alcuna intenzione di ripercorrere le orme del padre, si è laureato in biologia perché volevo fare il ricercatore, e proprio nell’aula di genetica ha sostenuto i suoi esami. Poi, nel 1977 è entrato come allievo ufficiale nel Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma e lì si è innamorato di questa professione.   


 


Ha posto l’accento su un aspetto importante del suo lavoro, non si può sbagliare, molte delle  analisi, dalle quali magari dipende la libertà di un cittadino, si possono fare una volta soltanto, non ci si può accontentare di essere bravi, si deve essere perfetti.


 


Il suo libro punta l’accento sulle tracce e sugli errori che fanno di un crimine un “delitto imperfetto”, potrebbero suggerire ai criminali come attrezzarsi per farla franca… è un rischio. Sapendo, per esempio, che le impronte digitali sono una firma, volendo commettere un crimine ci si può  attrezzare indossando i guanti. Poi si possono raccogliere i bossoli dei proiettili, tentare di lavare il sangue… Ma per fortuna non è così facile come si crede evitare di lasciare tracce o farle sparire. Le tracce ematiche, per esempio, sono quasi impossibili da cancellare. Chiunque entra in ambiente lascia sempre il segno del proprio passaggio.  


 


Non a caso gli uomini del RIS come quelli della squadra scientifica della Polizia di Stato prima di recarsi sul  luogo di un crimine indossano tute asettiche che coprono l’intera persona, testa compresa. Per quanto un criminale sia attento, freddo, qualche errore commette sempre e poi qualcosa va storto.  


 

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